Thursday, February 08, 2007

STYLE.IT E' ARRIVATO

Dopo settimane di attesa e propaganda e' finalmente stato aperto style.it. Che dire, non mi aspettavo granche', e le mie aspettative si sono rivelate esatte. Non e' un granche'.

La grafica e layout del sito non sono del tutto piacevoli per la vista, ci sono troppe finestre, troppi link, troppi menu' e troppe pubblicita'. Trovo che il sito sia confuso, e non posso fare a meno di paragonarlo al suo omonimo americano (o anche all'inglese vogue.com, se vogliamo). In questo caso vale il detto "less is more," sono certa che una pagina piu' semplice avrebbe avuto un effetto migliore. Ovviamente vale la mia diffidenza nei confronti dei prodotti italiani, banali, scontati e sovraeccitati. Mi dispiace perche' il risultato e' che il pubblico che ne viene fuori e' identico al prodotto.

E perche' scrivere in inglese? non capisco perche' uno stilista deve diventare "designer", non capisco cosa vogliano dire con il link del menu' "people & show", non capisco perche' un prodotto che vuole essere cosi' fortemente italiano non possa scrivere in italiano. E' ridicolo. Uno style in inglese c'e' gia'.

Le foto delle sfilate sono le stesse di style.com, i commenti sono ridotti al minimo (e devo dire che preferisco Sarah Mower e Suzy Menkes, non c'e' niente da fare) e manca una cosa che per me e' essenziale, ovvero il "lookbook." Il lookbook e' una funzione di style.com, quando vedi uno stile che ti piace, con un click lo puoi aggiungere alla tua galleria personale (senza salvare mille foto sul desktop) e tornare a guardarlo senza doverlo cercare fra mille foto. E' una funzione essenziale, che il sito italiano non ha. Certo, e' apprezzabile il fatto che ci siano i profili di molti stilisti, lo e' davvero. Ma non ci sono i dettagli, non ci sono le foto del backstage, di alcuni non c'e' neanche il commento.

Non posso fare a meno di paragonare tutto cio' all'eleganza, semplicite' e stile di style.com, bibbia online della moda, il mio sito preferito.

So che e' presto per dare un'opinione, e saro' ben felice di scrivere ancora quando e se il sito cambiera' in meglio. Ma per ora ne rimango delusa.

Monday, February 05, 2007

NUOVE SCOPERTE

Dunque. Come molti, in questi giorni passo le mie giornate incollata a Style a guardarmi le collezioni invernali. Per ora ben poco mi è saltato agli occhi: il look di un paio di post fa, qualche capospalla ben fatto, colori tenui e neutri come piacciono a me.

Ma un designer in particolare mi è sembrato degno di nota: Yigal Azrouël.
Nella mia totale ignoranza devo ammettere che, pur avendone sentito parlare prima, non avrei saputo identificarne un look.
Ma oggi, fra le altre sfilate newyorchesi, è l'unico di cui avrei comprato tutta (o quasi) la collezione.








Mi affascina il tipo di donna che propone: non necessariamente ossessionata con fisico e bellezza, ma bella in modo naturale. Gi abiti che porta li vedrei indifferentemente al lavoro (nel mio caso, all'università), nel tempo libero, ma anche la sera. E' elegante e raffinata, ma mantiene una freschezza e semplicità ammirevoli. Mi piacciono i toni neutri, le sovrapposizioni e la semplicità di ogni insieme. Particolarmente degni di nota: capelli apparentemente disordinati, raccolti in una coda di cavallo per maggiore praticità, e occhiali con montatura grande e grossa qui definiti da "nerd" (di cui stavo considerando l'acquisto, questa sfilata mi ha convinta definitivamente). Un'immagine di donna fuori dal coro, lontana da stereotipi da fashion victim o donna provocante, ma non per questo meno elegante o sexy, anzi.
Le sciarpe lunghe a righe, le maglie sovrapposte, e di una lunghezza ideale per una stangona come me, i maglioni di lana grossa sopra jersey sottile in colori come il grigio, il marrone, qualche tocco di bianco, il tutto portato con jeans a sigaretta, pantaloni morbidi o calze pesanti...Che dire, uno spettacolo.

CAMBI DI STILE

Sono circa tre anni che i jeans a sigaretta stretti alle caviglie (detti anche skinny ormai in italia come in inghilterra) sono diventati gli unici jeans (ma anche pantaloni) socialmente accettabili. Niente zampa di elefante, niente jeans larghi, niente che non fosse incredibilmente stretto. E devo dire che, almeno a me, questi jeans stanno bene. Ho la fortuna di avere gambe lunghe e relativamente magre. E poi con ballerine e stivali i pantaloni larghi non stanno altrettanto bene. Per non parlare della praticità: jeans larghi sono per forza più lunghi, e quando usavo portarli, al liceo, toccavamo per terra ed era un disastro ad ogni uscita (specie se pioveva). Questo non succede con gli "skinny."

All'inizio dell'inverno ci fu promesso che i modelli stretti stretti sarebbero passati di moda, che l'estetica sarebbe cambiata e saremmo tutti tornati ai pantaloni morbidi, se non addirittura larghi.

A parte qualche rara eccezione di timide uscite in passerella, non ho notato un gran cambiamento: i jeans che vedo ovunque sono stretti. E devo dire che sono contenta così, perchè trovo che con scarpe e maglie stiano molto meglio.

Ma questo modello di DKNY dalle ultime sfilate (si parla del prossimo inverno, quindi c'è tempo) mi ha fatto pensare.

Il tweed grosso e pesante in quella tonalità di grigio con ballerine (qui probabilmente hanno il tacco, ma io da mio quasi metro e ottanta non me la sento proprio) bicolore a punta tonda e maglia sportiva a sdrammatizzare (ma con dettaglio di paillettes che toglie qualsiasi trasandatezza al look) e sciarpa mi invoglia a provare. Indubbiamente così i pantaloni stanno benissimo, mi sembra una valida alternativa al mio stile corrente (ovvero lo stile corrente di mezza inghilerra) e non vedo l'ora di andare alla ricerca di una stoffa adatta per farmi fare lo stesso identico modello.

COSE CHE SI DICONO...

Quando si parla di una modella, o di una ragazza bellissima, spesso si usa dire: "potrebbe uscire di casa con addosso un sacco della spazzatura e starebbe lo stesso benissimo."

Bè, non è sempre vero.






[Alexandre Hercovitch A/I 2007]

Saturday, February 03, 2007

SI VIENE E SI VA...

Dopo aver lasciato il cuore sulle passerelle dell'haute couture non poteva esserci notizia peggiore. Non è ufficiale, ma gira voce che Valentino voglia abbandonare il mondo della moda. la fatidica data è fissata per la prossima estate.


MH.....

Io mi rendo conto che i canoni di bellezza della nostra società sono cambiati radicalmente negli ultimi anni. Capisco che siamo passati da una bellezza che potremmo considerare classica (vedi le top models degli anni novanta) a una bellezza più infantile o androgina, modelle che sembrano passate direttamente dalla strada/scuola alle passerelle.

Ma a tutto c'è un limite.



[Marieke dell'agenzia Marylin]