Wednesday, June 17, 2009

PIU' ASTRONAUTI, MENO SOLDATI...

...questa la frase che un giorno ho trovato scritta su un muro della mia citta', e che da subito mi ha affascinata a tal punto che ho sentito il bisogno di stamparla su una maglietta (che purtroppo ha avuto vita breve - cosi' come la mia carriera da aspirante T-shirt designer). Per quanto intangibile, fintamente idealistica e vagamente infantile (e comunista, qualcuno sottolineo' ai tempi del liceo), questa frase raccoglie un'idea bellissima, e ogni volta che posso vado a controllare che nessuno l'abbia cancellata. E' ancora li'.

Ed e' la prima cosa a cui ho pensato oggi, mentre mi venivano i brividi leggendo dell'ultima campagna pubblicitaria di Louis Vuitton, che in passato ha avuto come protagonisti Mikhail Gorbachev, Sofia e Francis Ford Coppola. A luglio debuttera' su tutte le riviste di moda una campagna con protagonisti Sally Ride, prima donna americana nello spazio, Buzz Aldrin, uno dei primi uomini a camminare sulla Luna e Jim Lovell, capitano del leggendario Apollo 13. Seduti su un pick-up arrugginito in mezzo al deserto californiano, guardano la Luna con aria felice: Certi viaggi cambiano per sempre l'umanita', recita la pubblicita'.



Sara' che mi impressiono facilmente, sara' che sono un ottimo target per pubblicita' di questo tipo (questa di sicuro cerca di far leva sulla curiosita' dello spazio che nasce naturalmente in ogni bambino - chi da piccolo non ha mai pensato di voler fare l'astronauta?), ma l'immagine e la breve descrizione di questa campagna mi hanno fatto quasi salire le lacrime.

Trovo lodevole che una casa di moda cerchi di guardare al di la' delle ovvie modelle sottopeso e starlette di poco conto e molta volgarita' (qualcuno notera' che la testimonial Louis Vuitton al momento e' Madonna, ma chi puo' negare che sia leggendaria?), anche se si tratta di una delle tante trovate di marketing (che grazie a dio in questo caso non includono MacDonalds!). Resta poi il fatto che la foto (scattata da Annie Leibowitz) e' bellissima.

Ho paura ad attraversare l'oceano in aereo, ma quanto mi piacerebbe arrivare a compiere imprese simili a quelle di queste persone straordinarie...

Sunday, June 14, 2009

ESTATE: VOGLIA DI ANNI '20

Sono anni ormai che Scott Schuman pubblica le foto del Jazz Age Lawn Party, appuntamento estivo newyorchese dedicato alle sonorità anni '20. Ogni anno, nel mese di giugno, gli appassionati di musica Jazz si riuniscono a Governor's Island, a sud di Manhattan, per un weekend di musica, balli, e soprattutto revival stilistici.



Solitamente faccio fatica ad appassionarmi a questi eccessi vintage: non sono una fan dei total-look. E infatti gli anni scorsi mi annoiavano i post dedicati all'evento: troppi rossetti rossi, troppi ombrellini, tacchetti bassi e acconciature estreme.

Quest'anno però qualcosa è cambiato. Sarà che il caldo della città mi fa venire voglia di vestiti bianchi e poco altro, sarà che dalla settimana scorsa sogno incessantemente un paio di stringate color argento (viste alla sfilata di Eun Park) da indossare con calzettini azzurri e vestiti color pastello, o forse è perchè quest'anno i personaggi fotografati al Party sono meno eccessivi del solito, ma guardare le foto dell'evento non è più un fastidio bensì un piacere/ossessione.





Guardo queste foto, e faccio mente locale, annotando tutti i vestiti bianchi che ho nell'armadio e mai una volta ho indossato. Penso che le stringate argento (calzini azzurri obbligatori) starebbero benissimo in quest'atmosfera da Gatsby. Penso a quanto sia un sollievo indossare per una volta una silhouette morbida e un punto vita rilassato. Penso che fra tre settimane sarò riunita con il mio guardaroba italiano, con i miei vestiti bianchi di cui finalmente so cosa fare. E non vedo l'ora.

GFW #2: SARAH BENNINGS

Se seguite il blog di Susie, avete già visto questa collezione straordinaria, che in realtà è stata l'unica che mi è piaciuta dell'altrimenti noiosissimo Gala (la vincitrice, tanto per intenderci, aveva presentato una collezione che non ha provocato in me alcuna emozione, e quando il premio è stato annunciato era sconvolta e incredula tanto quanto il pubblico in sala).

Avevo intravisto le foto della collezione di Sarah Benning quando ha sfilato con gli altri studenti della Westminster University, e me ne ero subito innamorata. Rivederla dal vivo è stato un piacere, come lo è stato rendermi conto che quella maglia grossissima e surreale (a dire la verità già proposta da Giles Deacon qualche stagione fa) è fatta di lattice, così come il resto della sua collezione, cosa che rende le stampe e l'effetto marmo dei suoi leggings ancora più interessanti.





I colori sono incredibilmente delicati per una collezione così forte, che comprende una serie di abiti pastello portabilissimi e pezzi a maglia da capogiro. La palette di rosa e grigi uniti al verde-evidenziatore, e i ritagli che decorano gli abiti rendono tutto più dinamico e interessante. La mia esperienza con il lattice è tutt'altro che positiva, dopo aver visto certi vestiti di Atsuko Kudo e House of Harlot, decisamente affascinanti, ma ovviamente scomodissimi per la loro aderenza al corpo. Trovo quindi molto interessante come Sarah abbia dato nuova vita al lattice che non è più sexy-pornografico, ma diventa un materiale con cui sperimentare in altro modo.

Detto questo, la lista dei desideri da Graduate-Fashion-Week si allunga, e per ora sono solo giacche: quell'ultimo gilet-bolero rosa deve essere mio!

Saturday, June 13, 2009

GFW #1: ROXANNA SKEATES-LODGE

Comincio questa cronaca ritardataria della settimana della moda studentesca con una stilista che mi pento di non aver potuto vedere dal vivo, ma soltanto sulle pagine del look book della sua università. Ovviamente è già stata contattata con richiesta di immagini ad alta risoluzione e migliaia di domande, ma per ora ho solo questa foto-di-una-foto di due look della sua collezione di cui, va da sè, mi sono innamorata.

La sua collezione mi riporta indietro al mio post sui Fiori D'Inverno, contenente il proposito di un progetto D.I.Y. per emulare questa giacca di una delle mie collezioni di Viktor & Rolf preferite. Roxanna mi ha preceduta, e sono molto contenta di poter dire che la sua versione è anche meglio di quella del duo olandese (non me ne vogliano per questo: per me sono sempre i migliori).

Dalla scelta delle tonalità vibranti del rosa e rosso alla splendida forma 3D delle sue corolle, questa stilista mi ha fatta innamorare. Ha incorporato con successo pezzi basic (pantaloni khaki e minidress di seta) con i fiori nelle tonalità più belle che abbia visto questa stagione.



Il resto della collezione (visibile qui) è decisamente più debole, anche se gli abitini ben disegnati che accarezzano la silhouette e i micro cardigan in tonalità spente dimostrano un'attenzione per il detaglio che sono sicura porterà questa giovane diplomata molto lontano.

Tuesday, June 09, 2009

DALL'ARTE ALLA MODA

Uno degli artisti italiani che piu' amo e' senza dubbio Piero Fornasetti. Da quando ho visto per la prima volta le sue stampe, ho iniziato a sognare di avere una casa piena di servizi di piatti con la faccia della cantante lirica che ha ispirato molte sue collezioni. Dire che sono ossessionata sarebbe un eufemismo.

Non avevo mai avuto occasione di vedere i suoi contributi al mondo della moda, e dopo aver trovato per caso alcuni suoi oggetti nella boutique online Moss, la mia ossessione si e' circa quintuplicata.

Il mio pezzo preferito e' senza ombra di dubbio questo foulard (prezzo di listino: $545), romantico e ironico come ogni creazione di Fornasetti.



Mi piacerebbe ricevere un mazzo di fiori esattamente cosi' (involucro del Times incluso ovviamente).

Sunday, June 07, 2009

FURLANETTE INTERNATIONAL

Da qualche mese avevo in mente un post su un argomento che mi sta particolarmente a cuore: aspettavo solo di avere delle foto decenti per illustrare la questione, ma la luce non sembrava mai adatta (o forse erano le mie abilità fotografiche ad essere poco adatte).

Oggi però apro ONTD, e trovo Charlotte, la principessina monegasca, con addosso l'argomento del mio post: non potevo certo ignorarlo!



Si tratta delle furlanette, come le chiamava una mia amica al liceo, o scarpès, come li ho sentiti più comunemente chiamare: una scarpa (quasi una ciabatta a dire il vero) originaria del Friuli Venezia Giulia, usata dai contadini all'inizio del secolo scorso.

Ricordo ancora quando da piccola mia madre mi spiegò come sono fatte le furlanette: la suola è curiosamente composta da un copertone di bicicletta e scarti di stoffa cuciti insieme, e la scarpa è un pezzo di velluto colorato. Da quel momento in poi queste scarpine mi hanno affascinata come nient'altro, e a sedici anni ho iniziato a collezionarne di ogni colore. Purtroppo nel tempo si sono disintegrate, poi alcune le ho dimenticate in giro per il mondo, e insomma la mia collezione è notevolmente diminuita. Le mie preferite restano queste di questo blu intenso, introvabili (e infatti le ho rubate a mia sorella), bellissime anche se vecchie un decennio:




Le furlanette sono l'unione perfetta di ballerine e scarpe da ginnastica, un po' converse un po' scarpe femminili, stanno bene con i jeans ma anche con gli abiti estivi: sia io che il mio ragazzo ci affidiamo al casual di queste ciabattine nelle sere d'estate. E non vi immaginate neanche in quanti colori esistono.

Sono proprio contenta che siano uscite dal Friuli, si siano fatte vedere un po' in giro e siano finite ai piedi di una it girl internazionale: cose come questa mi rendono così fiera delle mie origini da diventare patetica (e infatti ora stacco, che poi per vostra informazione qui c'è la settimana della moda degli studenti inglesi - forse ricordate la puntata dell'anno scorso - e in un'ora ho accumulato più cataloghi e foto di quanti ne abia tempo di sfogliare...)

Resta una domanda: ma Charlotte, dove le avrà comprate quelle scarpe?

Wednesday, June 03, 2009

OMGOMGOMG

Esco dal mio silenzio stampa (per cui mi scuso: non so davvero dove vada a finire il tempo ultimamente) per segnalare un sito che ho trovato per caso e imediatamente salvato tra i preferiti alla voce OMGOMGOMG (che sta per Oh My God x 3, che mi sembra di essere la tredicenne Tavi alla corte delle sorelle Mulleavy).

Forse vi siete accorti della mia passione (vagamente ossessiva) per i gioielli improbabili e poco indossabili (motivo per cui io non indosso gioielli ma mi ci ossessiono soltanto), e quindi forse potete capire la mia gioia immensa nello scoprire questa galleria di San Francisco che si occupa fra le altre cose di molti giovani gioiellieri, la maggior parte dei quali mi ha fatta innamorare in modalita' colpo di fulmine.

Sebastian Buescher - ispirazioni organiche da fondali marini (che mi ricordano tanto quegli anemoni e altre schifezze che crescevano ai lati del molo vicino alla spiaggia dove passavo le mie estati da bambina, e che per qualche oscuro motivo mi affascinavano da matti).


Lynn Christiansen - Velvet Da Vinci sembra avere un certo feticcio per gli scacchi, e sebbene io non sappia giocare (sono piu' il tipo da dama), difficilmente posso resistere a questo set:


Kristin Lora - Non servono parole:


Kristin Beeler - La sua collezione si intitola beauty and other monsters, ed e' giocata attorno a riferimenti vittoriani ed elementi naturali. Io mi sono innamorata dell'anello qui sotto, semplicissimo e un po' goffo:


Kathy Hackney - Amo la bakelite in tutte le sue forme e colori: questo albero/ciondolo di bakelite e'forse una delle cose piu' felici che abbia visto ultimamente.


Julia Turner - desidero ardentemente questa collana di finte pietre grezze:


Arthur Hash - bolle spigolose di ceramica che mi ricordano quelle della prima collezione di Viktor & Rolf. Ad averne due di questi braccialetti si potrebbero usare benissimo come polsini (microevoluzione degli amatissimi colli):


Uli Rapp - Macro gioielli riprodotti in salsa pop e una chicca: la spilla/Kelly di scaglie dorate:


Mi piange il cuore all'idea di aver avuto tutto questo ben di dio a due miseri isolati dal mio ufficio per oltre un mese e non essermene mai accorta, ma almeno adesso ho una buona serie di nomi da aggiungere alla lista delle ossessioni!

Friday, May 15, 2009

SACRILEGIO!

Sono in Italia per qualche giorno, per godermi questa pseudo-estate che a Londra ci sognamo (nota bene: sono partita da una città coperta di nebbia con addosso un cappotto e sciarpa di pelliccia, cinque ore dopo ero in giardino scalza a raccogliere ciliegie. Mi sembrava di essere in un altro continente), e ovviamente non può mancare una tappa in edicola. Che poi avere un giornalaio che sa già cosa voglio non appena metto piede nel suo negozio è un'esperienza che auguro a qualsiasi magazine-obsessed.

Una delle mie riviste preferite, a cui sono fedele da anni e anni, è Amica. La grafica pulitissima e leggermente ironica, gli articoli spesso scritti come se fossero gli anni cinquanta e le immagini d'archivio sono solo alcune delle ragioni per cui amo questa rivista più di qualunque altra. Per non parlare del fatto che vorrei davvero entrare nel cervello della direttrice Daniela Bianchini quando compila le sue note di moda. Quella donna è un genio.

Da anni le copertine di amica sono sempre uguali: sfondo bianco, modella eterea e look di stagione. Una frase emblematica dello stile del mese. E basta.

Potete forse immaginare il mio shock quando ho visto uno dei miei prodotti editoriali preferiti ridotto così:



UN'ETICHETTA DI MCDONALDS?!?! Anche ignorando il fatto che non so quante lettrici di Amica siano clienti McDonald's (o interessate a diventarlo), quell'etichetta è un vero e proprio oltraggio alla grafica e al concept della rivista in sè.

Capisco la crisi, ma resto sconvolta.

Monday, May 11, 2009

AMORE A PRIMA VISTA

Mi distolgo da colori e palettes per un secondo, e torno alla mia passione originale: i colli.

Perchè, lo ammetto, è difficile resistere quando nella stessa frase ci sono le parole collo, paillettes e art déco.




Di Fremont su Pixie Market (una boutique che ha capito benissimo l'importanza di un bel collo).

PILLOLE DI MODA: THE COLOR ISSUE!

Se Pillole Di Moda fosse una rivista, il numero di questa primavera sarebbe dedicato ai colori. Se siete stufi delle mie divagazioni cromatiche, tornate pure la prossima stagione, quando sicuramente l'ossessione cambierà in occhiali da sole, tacchi scultura o qualcos'altro. Per ora sono intossicata dai colori, tutti i colori, nei loro abbinamenti più logici ma anche in sfumature inusuali, accostamenti e nuances sono le uniche cose a cui penso.

In particolare mi sono fissata su certe stampe geometriche dalle palettes particolarmente accattivanti, perfette abbinate a righe black and white o a grigi mèlange. Miscugli di colori che seguono una logica sempre uguale: ci sono i blu, ci sono i rosa, che con nero, grigio e bianco diventano stupende composizioni.




The Stylish Wanderer (aimè, questa gonna è finita in vendita, e non sono stata io l'aquirente).




Martin Lamothe su Pixie Market. Questa giacca ha fatto sold out prestissimo (e di nuovo, purtroppo non l'ho comprata io), e non è difficile credere perchè: un blazer color pastello dalle linee allungaissime è sicuramente un capo da indossare notte e giorno quest'estate.




E infine, la mia gonna. Adoro questa gonna, comprata da Sisley un paio d'anni fa. nonostante i colori e la stampa, è uno dei pezzi più versatili che possiedo: d'estate con tank top grigio e sandali fosforescenti, d'inverno con calze pesanti e stringate di pelle, sotto giacche o cappotti, con magliette o maglioni, è sempre perfetta, da easy ad elegante con aggiustamenti minimi.

Le palettes, lo ammetto, non rendono onore alla bellezza di queste stampe, ma oggi ho voluto dare sfogo come si deve alla mia ossessione!

Sunday, May 10, 2009

L'AMORE AI TEMPI DEL COLERA

Mi sono innamorata di un libro. Leggo al piani superiore di autobus double decker, nei caffè di South Kensington, nei parchi sul Tamigi. Ma leggo lentamente, qualche pagina alla volta, con tantissime pause per far durare questo piacere il più a lungo possibile.

Gabriel Garcia Marquez è il mio autore preferito da quando ho scoperto i suoi libri, per caso un'estate di letture scolastiche. Le ambientazioni sud americane così decadenti, i colori e i profumi che sembrano filtrare le pagine, i personaggi confusi di cui mi sono innamorata all'istante ne hanno fatto il mio autore preferito. E in queste settimane mi sono persa in una copia ormai completamente spiegazzata e vissuta di L'Amore ai Tempi del Colera, e il mio unico desiderio è di teletrasportarmi nei Caraibi di un secolo fa, in una città decadente arsa da sole e salsedine.

Sono rimasta incantata dal viaggio di nozze a Parigi della giovane protagonista, e dagli acquisti nella città più alla moda del tempo. In particolare, mi ha colpita una frase in cui illustra una serie di ornamenti per i suoi cappellini. Mi immagino colori scuri e polverosi, tessuti delicati e leggermente usurati, rifiniture grossolane ed etichette dai nomi improbabili.

Mi immagino cappellini decorati con grossi fiori, e credo sia ora di condividere queste immagini, che da tempo ormai tengo nascoste in una cartella del mio computer...





[Dall'alto: TFS, Velvet, The Stylish Wanderer

L'idea di ornamenti floreali mi aveva già tormentato mesi fa, quando il clima era meno floreale che mai, e più di recente in versione tappezzeria...

Ma ho trovato una splendida sorpresa sfogliando il catalogo di J Crew (marchio di cui comprerei/da cui copierei ogni singolo look per quest'estate): ghirlande di fiori giganti in colori pastello (purtroppo non in vendita, e ancora non capisco se sono veri o finti...sono troppo belli!), che complementano alla perfezione le nuance gioiello della collezione estiva.




Aggiorniamo la lista delle ossessioni? Dunque: colli, colori, fiori!

Monday, May 04, 2009

SE VI CHIEDETE DOVE SONO SPARITA...

...date un'occhiata a Showstudio: io ero lì, tra Mariacarla e Nick Knight, circondata da qualche mgliaio di vestiti.

Per un numero speciale di Wallpaper* in uscita fra qualche mese, un team incredibile ha lavorato per tre giorni non-stop (letteralmente) a creare atmosfere erotiche con l'ultima stagione pret a porter a alcuni dei pezzi di design più belli dell'anno.

Inutile dire che l'esperienza è stata incredibile e distruttiva, ma vedere il mio nome minuscolo stampato accanto a quello dei grandi non ha prezzo!

Wednesday, April 22, 2009

CROMOTERAPIA: BLU E GIALLO

La mia ossessione per i colori, nata negli ultimi mesi, non è che un sintomo della primavera. Se d'inverno mi fisso sui tessuti e la loro pesantezza, e prediligo l'idea di un guardaroba più maschile l'estate è dedicata alla dipendenza del colore e sue possibili declinazioni.

L'ultimissima fissazione e' per il binomio blu+giallo. In realta' questa fissazione non e' esattamente nuova: verso i sedici anni desideravo ardentemente un paio di Nike Cortez gialle e blu che mi ero convinta di aver visto in un video musicale, e avevo deciso che un paio di scarpe da arrampicata negli stessi colori sarebbero state adatte anche alla citta'. Riscoprire la mia passione per questi colori e' un po' come una cromoterapia che mi riporta ricordi di gite scolastiche e di tempi in cui ne sapevo abbastanza poco di vestiti e marchi per restare affascinata da tutto quello che vedevo.



sono decisa a provare l'abbinamento, anche se credo di non avere un solo capo giallo in tutto l'armadio. Resta poi il dubbio: non sara' che forse non possiedo capi gialli perche' il giallo non e' assolutamente il mio colore e quindi e' il caso di evitarlo?



Magari posso cominciare con un accessorio giallo: la pochette di cui sopra per esempio mi sembra un ottimo inizio, abbastanza discreta da non cozzare con la mia carnagione da inverno in citta', abbastanza vistosa da completare qualsiasi blu.
[A proposito: le foto sopra sono di Garance Dore'/Scott Schuman]

E che dire del giallo in un contesto blu con le classiche righe da marinaio? Semplicemente fantastico.
[La foto pero' non so da dove venga: e' stato un fortunato ritrovamento nel mio computer]



Sono innamorata delle sue scarpe - tipo plimsolls senza lacci accollatissime - ed e' proprio un caso fortunato che il suo shopping stia in una borsa gialla!

Monday, April 20, 2009

COME I DIVANI DI CASA MIA...

A casa mia ci sono sempre stati divani a fiori. Da vent'anni a questa parte, c'è sempre un ricordo di un tessuto a fiori (rose gigantesche per la precisione) su cui appoggiarsi a leggere un libro, o a guardare un film. Sempre sui toni del verde e rosa, divani enormi e comodissimi, poltrone accoglienti o cuscini su una seduta monocromatica; la tappezzeria a fiori non è mai mancata a casa mia.

E' curioso che in queste settimane ritrovi quelle stesse stampe in vendita nei negozi più trendy; questa volta però in versione leggerissima, jersey impalpabile che richiama quelle stesse fantasie in versione da indossare.

L'ossessione è nata da Topshop, dove non sono stata in grado di trovare questa T-shirt di cui mi sono innamorata mesi fa:



e la sua versione multicolor:



Sempre di Topshop questo corsetto di Alix, versione decadente a fiori mignon:



Ma devo confessare che i miei fiori preferiti sono quelli di Wood Wood, marchio danese scoperto durante un weekend a Copenhagen anni fa: i fiori delle loro T-shirt unisex sono quelli che più si avvicinano ai divani della mia infanzia:




Ma ho soprattutto perso la testa per gli accessori di Wood Wood, visti sulla mia e-boutique preferita del momento, Totokaelo (che si merita un post tutto suo, in arrivo a breve):




Specie la borsa con manici in pelle, perfetta per la primavera e al numero uno della mia lista dei desideri.

Che dite, faccio un D.I.Y. con i vecchi divani?