Wednesday, May 26, 2010

DESIDERIO DEL GIORNO

Non sono il tipo da seguire le mode in materia di occhiali da sole. Ne possiedo solo un paio, che cambio ogni manciata d'anni e che è comunque più o meno sempre uguale.

Ma quando ho visto (non ricordo più nanche dove) questi spitfire (in vendita tra l'altro su Asos) si è accesa in me una scintilla:



Sarà la doppia montatura, sarà l'idea della lente removibile, o più probabilmente il mix metallo-tartaruga, ma questi occhialetti mi divertono assai. Peccato che su di me sarebbero quantomeno ridicoli!

Saturday, May 22, 2010

RITORNO IN CARREGGIATA

Anche se in Inghilterra non esistono certezze, il tempo sembra migliorare e rispetto a qualche giorno fa sono decisamente meno letargica. Mi sento così coinvolta nella stagione che ho smesso di corteggiare maglioni da due chili l'uno e sono passata senza indugi a T-shirts impalpabili.

Ho scoperto - ed è stato subito amore - un brand che il 99% di chi legge conoscerà dato che, mi dicono, è molto popolare tra le blogger scandinave. Si chiama Monki e credo sia l'ennesima aggiunta alla famiglia H&M, COS, Zara, Topshop etc.

Solo che a differenza dei sovraccitati marchi "low cost", questo sembra disegnato solo e soltando per me (o almeno alcuni dei capi della collezione corrente potrebbero essere stati fatti solo e soltanto per me) e mi è bastato un secondo sul sito per capire che le T-shirts Monki avrebbero occupato per sempre il mio cuore.

Oggi poi sono particolarmente sensibile all'argomento T-shirt, dato che mi sono ritrovata in una Londra bollente con un armadio pieno di maglioni, jeans e piumini, e tovare qualcosa da mettere è stata una vera e propria missione (e in questi casi non è facile convivere con una persona dall'infinito guardaroba e sei taglie in meno della mia. Non vi dico la frustrazione). Insomma, quel che voglio dire è che la mia vita (o per lo meno la mia estate) sarebbe decisamente più felice (o leggera) con almeno una (o cinque) di queste T-shirts, che poi non sono altro che aggiornamenti discreti e leggerissimi di classiche T:







Urge una trasferta di là del mare dei Nord al più presto.

Sunday, May 16, 2010

DESIDERI FUORI STAGIONE

So che di questi tempi dovrei pensare solo a stampe a fiorellini, shorts e abitini, sandali e possibilmente bikini. E invece.

Guardo fuori dalla mia finestra e vedo un cetriolo che si staglia contro nuvole minacciose, e mettere il naso fuori casa senza strati di cashmere è fuori discussione. Data la prospettiva di una piovosa estate inglese, non ho molto entusiasmo per la stagione a venire - forse uno dei motivi dietro al silenzio di questo blog: vorrei solo parlare di maglioni e giacche impermeabili.

Quindi abbiate pazienza se il mio desiderio di oggi è un maglione di lana che pesa quasi un chilo e mezzo:



Il marchio S.N.S. Herning, creato quasi ottant'anni fa da un danese freddoloso, e portato ai giorni nostri dalla sua ammirevole prole (come sapete, amo queste storie di artigianato in famiglia), propone gli stessi modelli da decenni, ancora prodotti con le stesse macchine usate dal suo fondatore.

Se per molti di voi si prospetta un'estate di infradito e Panama sulle spiaggie di qualche isola del sud, io mi immagino in qualche landa sperduta del Galles, circondata da greggi di pecore e qualche cane da pastore, a bordo di un Defender e con addosso il pesantissimo maglione che vedete qui sopra.

Monday, April 19, 2010

NUOVE USCITE: UN PERIODICO PER GENTILDONNE

Pare che almeno una volta all'anno ci sia una nuova uscita in edicola che non posso e non voglio perdermi. L'anno scorso ho atteso la nuova uscite di turno con talmente tanta trepidazione che il progetto, nel giro di due numeri o forse tre, si è rivelato per me una gran delusione.

Quest'anno ho deciso di non farmi aspettative. Sapevo che sarebbe uscita, sapevo anche più o meno che sarebbe stata fenomenale, ma sapevo anche che ci sarebbe stata una buona probabilità che mi avrebbe delusa. Non è stato così, per fortuna, e The Gentlewoman me lo sono comprato e subito amato. Trovo difficile che i prossimi numeri mi deludano, se non altro perchè la rivista dalla cui costola è stata generata mantiene da anni il suo lustro impeccabile, oltre ai contenuti fenomenali.



Tra l'altro, se il look e l'aura che circondava questo nuovo periodico mi avevano già conquistata praticamente da subito, sfogliare The Gentlewoman è stata un'esperienza positivamente devastante (il che non so cosa voglia dire). Non ricordo di essere mai stata così felice davanti alla carta stampata prima d'ora. Il motivo? Ci sono così tante donne che amo e adoro e a volte venero, ogni pagina è stata una bellissima sorpresa:

Pagina 27: uno dei miei professori dell'università preferiti, James Anderson, intervista a Josephine Chime

Pagina 32: Anna Blessman, irriverente ma discreta musa di Peter Saville, con la quale ho avuto il piacere di passare tre incredibili giorni qui l'anno scorso.

Pagina 37: Alice Rawsthorn, la cui saggistica divoro periodicamente - tra l'altro, questo articolo mi ha fatto ricordare le sue numerosissime conferenze in giro per la città, il che mi ha fatto in seguito sperperare una piccola fortuna in biglietti per talks nei più illustri musei londinesi a cui non vedo l'ora di partecipare. Vi dico solo che a causa di queste tre pagine tra qualche settimana andrò a sentir parlare nientepopodimenochè Renzo Piano e Juergen Teller.

Pagina 60: Kazuyo Sejima del duo SANAA. E' praticamente impossibile lavorare dove lavoro e allo stesso tempo non esserne ossessionati.

Pagina 66: Gill Wilkins, giovanissima fashion editor di Vogue UK che puntualmente mi salta all'occhio ad ogni London Fashion Week, con la quale tra l'altro ho una volta avuto il piacere di condividere un taxi, direzione: Marios Schwab.

Pagina 104: la mia più grande ossessione adolescenziale, Jenny Holzer. E' stato un piacere ritrovarla qua.

Non è tutto. Queste sono solo le cose che mi hanno lasciata letteralmente a bocca aperta pagina dopo pagina. E' stato un po' come viaggiare attraverso la mia adolescenza, passando per la mia educazione sul design e aprendo uno spiraglio su cose che vorrei sapere, conoscere e diventare.

Cerco di essere disillusa sul futuro della gentildonna delle edicole, ma con un esordio simile sarà dura. Attendo con ansia il prossimo inverno, per conoscere altrettante grandi donne.

Tuesday, April 13, 2010

UN VELOCE ANNUNCIO AI NAVIGANTI

Come (troppo) spesso accade, questo blog è stato abbandonato al suo destino per l'ennesima volta, causa orario lavorativo che definire stremante sarebbe un eufemismo.

Passo di qua per dirvi che sono ancora viva e che tornerò - prima o poi - , ma soprattutto per segnalare un'apertura che aspettavo da mesi e che mi entusiasma come poche cose in questo periodo.

Ha finalmente aperto i battenti la mini-boutique di Noel, una delle mie blogger preferite (e se non stesso digitando questo post con gli occhi già semichiusi per l'imminente ora della nanna, vi linkerei anche tutti i vecchi post che parlano di questa meraviglia di blog) e quella che seguo da più tempo (ovvero dai vecchi tempi del livejournal, e sono passati quasi dieci anni - aargh!).



Già desidero ardentemente questa T-shirt-vestito che amo e non mi posso permettere, e il resto della selezione non è meno degno di nota: vi consiglio di dare un'occhiata e di far visita molto spesso, dato che il negozio è destinato a crescere col tempo e i nomi in catalogo sono interessatissimi.

Trovate Pour Pourter qui.

Tuesday, March 30, 2010

MCQUEEN IN MUTANDE

Di Lee McQuen, post mortem, se ne sono dette di tutti i colori.

Trovo comunque terribilmente ironico (nel senso che l'ironia in questo caso e' terribile) e di pessimo gusto che, ad appena un mese dalla sua scomparsa, venga fuori una collezione di underwear di dubbio gusto, a cui lo stilista pare avesse iniziato a lavorare prima di togliersi la vita.

Ma se le persone che hanno in mano il controllo della sua eredita' non se la sono sentita di mettere in piedi una sfilata degna di lui, con quale coraggio hanno compiuto questo scempio?



Certo, lo atilista stesso aveva lavorato alla linea - che, per amor di completezza va detto, include pigiami di seta e capi meno tamarri di quello qui sopra - , ma un conto e' una linea di underwear persa in una mischia di accessori, collezioni donna, collezioni uomo, sfilate apocalittiche e genialita' pura, ma un set di mutande in solitario, in un momento in cui il brand sembra poggiare su un terreno cosi' incerto, mi sembra una mossa di pessimo gusto.


[Da WWD]

Sunday, March 28, 2010

MAD MANIA

Un po' in ritardo rispetto al resto del mondo, ho iniziato a seguire Mad Men, e ovviamente me ne sono innamorata. E' la perfezione distillata in quaranta minuti di telefilm: complotti, storie d'amore e tradimenti, lusso sfrenato e soprattutto estrema cura per i dettagli. Non sono esattamente una fan dell' abbigliamento tardo anni '50/inizio '60, ma devo ammettere che l'esecuzione è impeccabile.

Se apprezzo i costumi delle - bellissime - donne con distacco, sono gli uomini che mi hanno immediatamente conquistata. Capelli sempre perfettamente impomatati, nessun dettaglio fuori posto, occhiali con montatura tartaruga, cravatte e farfallini multicolore: a volte vorrei essere un uomo per godermi le sottili sfumature del loro stile.

In particolare mi ha colpito un colletto (come potete vedere, le mie fissazioni non mi abbandonano mai), quasi un peter pan declinato al maschile:



Ho poi scoperto (grazie ad una casuale visita a Mister Mort, vera e propria enciclopedia del vestire sotto forma di blog) che il colletto in questione si chiama Club Collar (google mi suggerisce la traduzione in italiano di collo arrotondato, il che non mi piace per niente e toglie tutta la poesia), pare non sia più tanto in voga e quindi difficile da reperire.

Io lo trovo squisito.

DESIDERIO DEL GIORNO



[Da Mistermort.]

Friday, March 26, 2010

DESIDERIO DEL GIORNO...SCIARPE FUORI STAGIONE

Qualche lettore particolarmente affezionato forse ricorderà la mia vecchia ossessione per le sciarpe (la quale poi ha portato ad una piu' recente ossessione per i colli che e' esplosa in ossessione per qualsiasi oggetto vagamente definibile).

Al tempo, avevo dichiarato che la sciarpa perfetta avrebbe dovuto essere "ENORME, di un filato (idealmente cashmere, of course), sottile ma corposo," di palette molto precise che ancora adoro (specie questa).

Oggi, mentre me la ridevo su questo sito (motivo delle risate: grafica precisa identica a quest'altro sito, che per ovvi motivi visito di continuo e quindi conosco come le mie tasche), ho scoperto un giovane brand che ha riacceso la miccia della mia primordiale ossessione in versione primavera/estate.

Le loro sciarpe sono perfette in quanto grandi (se non addirittura giganti), coloratissime e con stampe magiche e un po' ambigue. Sceglierne una sembra impossibile:





Il prezzo è un po' alto, ma la perfezione non ha prezzo. Nè ce l'ha l'ossessione.

Colgo l'occasione per segnalare anche Swash, altro brand dalle sciarpe desiderabili, scoperto grazie a Susie mesi e mesi fa.







Non ho ancora capito dove comprare le sciarpe di Swash (voi credete che io abbia intenzione di affrontare la primavera senza al collo quelle creature marine? Credete davvero che le mongolfiere non saranno il mio must per l'estate 2010 e che non troverò un modo di avere quelle teiere ai mio fianco al più presto?), principalmente perchè il mio computer stasera non sembra avere intenzione di collaborare e quindi è lento come una lumaca. Ma credetemi, le troverò, e non se ne salverà nessuna.

Wednesday, March 24, 2010

IN DENIM WE TRUST

Fare le cose di corsa e di fretta a me non è mai piaciuto (chi segue questo blog l'avrà capito, date le settimane di magra che ho fatto passare ai miei lettori), ma dato che a questo progetto delle bloggers italiane avevo aderito ben prima di immaginare che sarei stata risucchiata in un turbine di caos in quel di Londra, mi sento in dovere di partecipare seppur di corsa e in maniera poco approfondita (se non altro per le decine di blogs che oggi mi hanno linkata per questo).

Come avevo accennato alle organizzatrici dell'evento, non me la sento proprio di stravolgere lo stile di Pillole di Moda con un post su un mio outfit. Premetto anche che quel che segue andrà ampliato ed elaborato, perchè di carne al fuoco ce n'è tanta, e cruda non è mai buona (oltre al fatto che fa male, si sa).

Non appena ho sentito parlare di denim, la mia mente è subito volata da Sea of Shoes, che di jeans ne sa una più del diavolo. E' proprio dal suo blog che è nata in me la curiosità per le vare tecniche del denim giapponese (da cui a dire il vero sono rimasta affascinata in gioventù, quando il mio sogno era trasferirmi a Tokyo e imparare a progettare un kimono al Bunka College of Fashion).




Le foto qui sopra vengono da Sri Threads, laboratorio artigianale specializzato in tessili della tradizione folk giapponese. E' un mondo in cui non mi sono mai addentrata ma che non vedo l'ora di esplorare.

Mi sembra impossibile poi non menzionare l'ultimo numero di Wallpaper*, il cui servizio di copertina (che purtroppo non trovo online e che non ho avuto tempo di fotografare/scanerizzare, vi dovete per il momento accontentare della fotina qui sotto, che forse vi farà capire quanto male sono messa al momento) ricorda tantissimo i tessili qui sopra. La mia adorabile dirimpettaia di scrivania e le sue assistenti hanno avuto modo di smontare decine di paia di jeans e ricostruirli a piacere come tele d'artista.



Certo ce ne sarebbero sei milioni di cose da menzionare: la tradizione americana e Ralph Lauren, o la mia recente ossessione per le giacche di denim da indossare sotto un maglione oversized, o ancora lo squisito abbinamento del tessuto di Nîmes con il cammello e la maglia beige...

Ma al momento è davvero troppa, troppa roba su cui concentrarmi. Prometto di tornare sul discorso, e di tornarci preparatissima (con almeno un paio di immagini decenti, intendo).

qui sotto la lista dei partecipanti, in ordine sparso:


Irene's Closet - L'Armadio del Delitto - Iole In Fashion - My Floor Is Red - Sioux - Starbucks and Chanel - Mode-Moi-Selle - The Cupcake Diary - Viola Comes in Colours - Tuzi Fashion Tips - Student Flair - Fashion Trotter - Carmen's Closet - 7 Heures du Mat - Mix This match That - Bibi Wonderland - Eli Living in My shoes - Je Veronique - Ciarlott - Anna Zigliotto - Guady - Lilia Sole - Lady Marian - The Skeleton Party - Miss Fefe - La Principessa del Forum - Reports of a Velvet Rose - Lo Stile DeStijl - Alice VR - Stefi - Pensieri in Standby - Ago nel Pagliaio - I Wanna Look Like Sienna - Pig Chic - Coop Style - Tea Spoons of Me - The Maiden Brunette - Miss Velvet Bow - The Chic Blonde - Lidl Style - Blue is in Fashion this Year - Nayra Laise - The Minette Issue - Fashion for Breakfast - Rikina - Factory Style - Rose a Pois - A bit of Fashion - Voguette - Best of Blonde - Angela's Wardrobe - The blondie Stales - Simple Glamour Girl - Samuele Paladini - BBBy - Privalia - Vyrtuosa - Pillole Di Moda - Stefania Rocks - Barble Laura - Teresa - The Chic Blonde - Elisa Zampieri - Eli Vseli - Ego e Filo - Stile Stile Stile - Dressup for - It is Martina - This is me then - Penny Stylenotes - The Scent of Obsession - Rano 83 - Sardorialist - Kirei Girl da Madrid - Fashion Dollshouse - Punkie Shoes - Chiara Deanna

Monday, March 22, 2010

SE MAI DECIDESSI DI FARMI L'IT BAG...

Io, alle famigerate it bags, non ci ho mai creduto. Ammetto che all'età di sedici anni mi ero quasi fatta incantare dalle varie Balenciaga viste al braccio delle mie coetanee Olsen, ma ho presto colto la natura effimera del prodotto e non ci ho pensato più.

Negli anni ne ho viste talmente tante poi, che quel briciolo di curiosità e desiderio che mi era rimasto è svanito. Le varie Chloè (Paddington), YSL (Muse), Marc Jacobs (Stam) buone per una stagione e poi finite nel dimenticatoio della moda non hanno sortito su di me nessun effetto. Ma a dire il vero non ho nemmeno subito il fascino delle intramontabili Hermès Birkin o Chanel 2.55. Ho vent'anni, - mi ripeto - devo davvero donare la mia devozione a una borsa da quattro cifre? Le it bags sono come squadre di calcio per noi signorine, e la tifoseria non è una questione da prendere alla leggera.

Devo ammettere però, che da qualche tempo mi sento quasi pronta al grande passo. Ebbene sì, forse - e dico forse, e lo ripeto mille volte - sono pronta a farmi l'it bag. E' stato un cambiamento spontaneo e impercettibile, di cui mi sono accorta a malapena. Mi sono svegliata una mattina ed è stato chiaro che qualcosa era cambiato.

L'it bag in questione - che poi, non so quanti di voi saranno d'accordo a inserire la mia scelta in una categoria così illustre, seppur affollata - è di Akris, casa svizzera con una storia quasi centenaria e una filosofia che mi ridà la mia ormai quasi perduta fiducia nel mondo della moda artigianale.



Devo ammettere che il marchio lo sto ancora esplorando, ed è presto per decidere se meriti la mia totale fedeltà o meno, ma le premesse ci sono. "Moderno, femminile e discreto," sono gli aggettivi che usano per descriversi, sottolineando l'importanza della semplicità unita ad una qualità senza compromessi. Negli anni venti, Alice Kriemler Schoch (dalle cui iniziali nasce il nome A-KRI-S) produceva grembiuli a pois, e ci sono oggi i suoi nipoti a gestire ogni aspetto del brand, introducendo dei pois nascosti all'interno di ogni capo in onore della loro ammirabile nonna.



Sono molto, moltissimo tentata da questa borsa di cui non ho ancora capito il nome (il sito suggerisce Mocca horsehair large Ai bag, anche se non credo sia proprio il suo nome di battesimo). E' abbastanza riconoscibile nella sua forma, ma più difficilmente riconducibile al suo brand. E' una perfetta it bag su cui scervellarsi. E mentre qui ci si scervella, mi sa che io la piazzo in cima alla lista dei desideri.

DESIDERIO DEL GIORNO:

Prendere la mia cuginetta di due anni, lasciarla mezz'ora con un foulard di seta e qualche Giotto Turbo, sperare che il risultato si avvicini al seguente:



[Sciarpa Pixie di Antoni & Alison]

Sunday, March 14, 2010

DESIDERIO DEL GIORNO

Vorrei avere la pelle chiara, gli occhi azzurri, i capelli color miele e il viso di una musa pre-rafaelita.

E vestirmi così:




[Tutto il servizio su Foto Decadent]

SOLITARIO

Di Sruli Recht avevo già parlato brevemente sull'altro blog. Mi affascina il suo approccio un po' ingenuo e la semplicità dei suoi pezzi che sembrano disegnati per rendere la vita più felice senza complicazioni.

Da qualche giorno ho in mente r¿ng, anello con diamanti grezzi intercambiabili. Mi ha conquistata subito, complice forse la scatola di cartone, creata a mano da Snorri Már Snorrason.





E' il tipo di semplicità di cui avrei bisogno in questo momento, bombardata da caos cittadino e lavoro non-stop...

Wednesday, March 10, 2010

FINE TRANSITO

Eccomi qua. Come sempre, queste transizioni londinesi portano un po' di scompiglio qui sul blog, ma ora che sono sistemata a dovere nel mio appartamento vista cetriolo, e mi sono reimpossessata della mia scrivania vista cetriolo in redazione, credo sia ora che le cose tornino alla normalità (che poi sarebbe ossessione e follia).

Se il feticcio dell'estate 2009 erano i blu elettrici (mamma mia, quanto ero fissata!), il 2010 porta con sè un'ondata di novità. Io, solitamente devota ai neutri e alle tonalità più anonime, sono diventata una fissata di stampe. Stampe aquerellose, su sete impalpabili, abbozzi impressionisti che non hanno bisogno di alcuna presentazione.

A questo proposito ho al momento dedicato tutte le mie attenzioni ed energie a questo vestito, scovato chissà dove, di Permanent Vacation (che poi, un brand con un nome simile, si può non amarlo?). Non credo che queste fotine gli rendano onore, e io stessa non ho avuto il piacere di vedere dal vivo questo incredibile quadro da indossare.



La linea destrutturata mi ricorda molto la mia collezione preferita di sempre (ovvero Dries Van Noten, primavera/estate 2008), in particolare questo vestito (che a guardarlo bene non ha niente a che vedere...che scherzi fa la memoria!), che ancora rimpiango di non aver comprato quando l'ho trovato in saldo nella mia boutique preferita (che al momento è ridotta ad una voragine che presto lascerà il posto a un franchising Pinko).

Sono abbastanza convinta che, qualora decidessi di investire una fettina del primo stipendio della mia vita in questo vestito (cosa probabilmente inevitabile dato il mio livello corrente di ossessione), risulterebbe una scelta lungimirante e più versatile del previsto. Se si prende ad esempio Shipley & Halmos micro brand americano prepotentemente appollaiato sul mio browser da settimane, si può capire perchè.



Seguendo i consigli della sfilata autunno/inverno 2010, basterebbe un maglione bello grosso (e magari una calza pesante, la modella qui ha un colorito molto poco sano su quelle gambe) per transitare allegramente delle stagioni fredde con il mio futuro capo preferito!

E improvvisamente mi sembra di non poter affrontare le prossime quattro stagioni senza di lui...