Sono un tipo facilmente distraibile.
Non importa quanto abbia da fare, se mi viene posta un'alternativa interessante, è difficile che resista. Per questo, quando mi è stato regalato il libro di Hadley Freeman (la mia giornalista di moda preferita), The Meaning of Sunglasses, oltre ad essere felice oltremisura, ne ho anche temuto le conseguenze (poichè in questo momento quello di cui ho bisogno è voglia di fare spasmodica, non distrazioni). Il libro è stato dunque relegato a malincuore in un angolo del mio appartamento onde evitare tentazioni, ma il piano anti-distrazione non ha funzionato a lungo.
Alla fine ho dovuto cedere, e concedermi almeno la lettura dell'introduzione (ed una veloce sfogliata al resto). Prima pagina, pillola di saggezza:
L'introduzione va avanti a spiegare un lato della moda a prima vista banale ma secondo me spesso ignorato: la moda è donna. Miuccia, assieme a Stella (McCartney), assieme a Phoebe (Philo), assieme a Rei (Kawakubo), è la grande rivoluzionaria della moda dei nostri tempi. Queste donne disegnano per le donne, e le donne che comprano le loro collezioni non lo fanno per farsi guardare dagli uomini (non più per lo meno), ma per stare bene con sè stesse, piacersi e a volte anche esprimersi.
Per ognuna di noi la moda è qualcosa di personale.
E allora mi sono chiesta: cos'è per me la moda? Perchè mi piace sfogliare riviste, guardare collezioni, scrivere le mie fissazioni su questo blog? Quello che mi piace della moda (guardata, scritta e indossata) è la sua non-razionalità, la possibilità di infinite variazioni su un tema, il poter cambiare completamente con un accessorio o un paio di scarpe. Il significato della moda per me è riscontabile in un colletto posticcio, in un paio di occhiali da vista non necessari ma indossati per sfizio, in un tacco dieci quando si è gi alti un metro e ottanta. Ricordo una foto vista su niente meno che Teen Vogue anni addietro: un'attrice sul red carpet, con il seguente abbinamento: abito lungo stampa zebra abbinato alla classica giacca in jeans anni '80/'90 (taglia da bambino), e pochette argento. Credo che il mio fascino per quella foto non svanirà mai (l'ho poi trovata e la potete vedere qui).
I migliori esponenti del mio significato della moda sono i dandy, maestri nell'arte della simbiosi perfetta fra minimale e superfluo. Questa è la mia moda.
Consiglio comunque la lettura del libro: una carrellata di capitoli brevissimi su tutto quel che concerne la moda, dalla A (Accessories, Animal Print) alla Z (a cui a dire il vero Hadley non arriva, quindi dobbiamo accontentarci di Yoga).
Wednesday, March 19, 2008
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2 comments:
Io invece adoro più che la moda lo stile perchè mi ha aiutato a diventare veramente me stesso dopo anni di repressione...di iniziare ad apprezzare follia e creatività senza limitarla...speriamo si trovi anche in italia codesto libro...non vorrei fare un altro viaggio a londra solo per comprare libri come l'ultima volta...buon week end!
Hai assolutamente ragione, stile è la parola più adatta definire quello di cui parlo...
Se il libro non si trovasse (ti vieto tassativamente di comprarne una traduzione, Hadley va letta solo ed esclusivamente in lingua originale!), Amazon è sempre un buon alleato! O al massimo ti posso prestare la mia copia! :p
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