Tuesday, February 28, 2012

LEZIONI DI FINALE: NON PIANGERE RAF!

La più sapiente lezione di finale della stagione in corso l'ha data Raf Simons, fino alla settimana scorsa direttore creativo di Jil Sander. La sua ultima sfilata è stata davvero la sua ultima sfilata, dato che la stilista tedesca tornerà a capo del suo brand fra poche settimane.

Non vi tedio con le speculazioni varie ed eventuali riguardanti le dinamiche dello scambio fra i due, o le false speranze di chi vuole il genio Belga al timone di questa o quella casa di moda Francese, ma vi lascio direttamente con queste immagini, che, devo ammettere, un pochino mi hanno commossa:






Chi era alla sfilata mi ha confessato che applausi del genere non si erano mai sentiti ad un finale, che una standing ovation tale non si era mai vista (leggenda vuole che Anna Wintour si sia alzata prima di tutti, e non per scappare a gambe levate come al suo solito). Raf ha dato il suo addio sulle note di Tonight Tonight degli Smashing Pumpkins, davanti a redattori, direttori, pierre e modelle in lacrime, alla fine di una sfilata che - per chi avesse dubbi - l'ha consacrato definitivamente all'olimpo dei grandi della moda.

Un gran finale, di sfilata e di carriera (anche se ovviamente non finisce qui, siamo tutti ansiosi di sapere 'che fine farà').

Non piangere Raf!

Friday, February 24, 2012

SQUISTAMENTE DEMODE'





Mi ricordano le borsette che trovo nelle soffitte delle mie nonne, ma queste vengono da un brand assolutamente non sospetto: Smythson (meglio conosciuto per le sue agende - chi avrebbe mai immaginato che celasse tali delizie?).

Thursday, February 23, 2012

LEZIONI DI FINALE: KATRANTZOU-CRAYOLA

Mentre guardavo la sfilata, proprio non riuscivo a capire come mai Mary Katrantzou avesse scelto proprio una scatola di matite a cera colorate in ordine graduato per illustrare il suo invito.

Alla fine ho capito:





[immagini catturate qui]

Wednesday, February 22, 2012

IMPARARE DAI MIEI ERRORI

Un motivo sufficiente per smetterla di perdere tutto il tempo che perdo a bazzicare su internet: eviterei di innamorarmi di brand meravigliosi, ovviamente giapponesi, ovviamente introvabili, e di cui si sa poco o niente.





Come Digawel.

Monday, February 20, 2012

LEZIONI DI FINALE: BURBERRY

La fine di una sfilata è un momento di grande caos, di fretta di uscire, trovare il proprio autista nel marasma generale, o di tentare la fortuna e chiamare un taxi per fuggire verso la sfilata seguente, probabilmente già iniziata dall'altra parte della città.

Un finale d'impatto è d'obbligo, e da Burberry l'hanno capito: il loro gran finale ha lasciato inchiodati alla sedia anche i redattori più frettolosi, e probabilmente strappato un sorriso anche alla Anna Wintour più integerrima.

Allestita a Kensington Gardens, una delle locations più suggestive ma anche più da incubo della FW locale (qualsiasi luogo di Londra con un codice postale che indichi il sud-ovest è da evitare come la peste), la sfilata si è svolta nel nè carne nè pesce più totale (se escludiamo un paio di capi spalla che però non giustificano di certo venti minuti di supplizio e quasi sessanta uscite), come si addice a un marchio storico, specie se Inglese.

Ma è alla fine, quando ormai tutti scalpitavano per lasciare il loro posto, che il vero spettacolo ha avuto inizio: una tempesta improvvisa, una colonna sonora di tuoni e uno scroscio di pioggia ha iniziato a battere sulla plastica del tendone - una di quelle rare occasioni in cui è servita una pioggia artificiale.

Con la furia dei (finti) elementi che si scatenava fuori, e una delicata pioggia scintillante dentro, da Burberry hanno dato il miglior esempio di finale per cui vale la pena fermarsi:














[immagini catturate da qui]

Sunday, February 19, 2012

AVVISTAMENTI ALLE RECENTI SFILATE

Ormai, l'unica ragione che mi porta a seguire le sfilate è la ricerca spasmodica di apparizioni animali in passerella (meglio se in carne e ossa, ma mi accontento di interpretazioni bidimensionali).

Sono anche diventata abbastanza brava a scovarli, ormai so dove cercare (va' dove ti porta l'ossessione).





Da Proenza Schouler, Lazaro Hernandez e Jack McCollough guardano all'oriente per le tecniche riprodotte su parte della loro collezione, affidandosi all'iconografia magica degli uccelli del paradiso.



Kinder Aggugini include ricami e stampe di cavalli e cowboy (a quanto pare riprodotte fedelmente da una carta da parati anni '80) sulle squisite sete dei suoi abiti.



Da Tibi, stormi di cigni selvatici adornano capi dalle linee essenziali.



Una simpatica volpe realizzata con un collage di colori improbabili appare su camicie e maglioni disegnati da Christopher Bailey per Burberry Prorsum.



Donna Karan con la sua linea DKNY, presentata su uno sfondo metropolitano che riproduce la città che da il nome ai suoi brand, vuole forse alludere alla giungla urbana con questi leopardi di ispirazione anni '80.



A Donna Karan fa eco Joseph Altuzarra, che con la stessa tecnica propone zebre che fanno capolino su maglie di dimensioni ridotte.



Non so se la mia preferita sia la scimmia onnipresente su camicie, borse di tela e T-shirts di Andrea Pompilio...




...o la balena e il dinosauro che ricordano i vestiti dell'infanzia, reinterpretati da Raf Simons per Jil Sander.




Una ricerca spasmodica e un occhio molto attento hanno anche scovato questi tesori: creati dagli artisti olandesi Gijs Frieling e Job Wouters per la collezione di Dries Van Noten, dei cigni elegegantissimi e un gufo un po' arrabbiato.



E ultimi, ma non meno importanti, cagnolini e paperelle rubati a un immaginario infentile, ricamati a contrasto sulle giacche di Thom Browne. Un motivo simile aveva già attirato la mia attenzione in tempi non sospetti, quando il mio occhio non era altrettanto allenato e non avevo notato il tricolore simbolo dello stilista su questa giacca.

Saturday, February 11, 2012