Friday, October 31, 2008

DELLA SERIE: PILLOLE DI SAGGEZZA...




The Glossy

L'INEVITABILE...

Vivendo a San Francisco, ci sono due argomenti che negli ultimi giorni non si sono potuti evitare: le elezioni e Halloween. Mentre sul primo evito di commentare data la scarsa preparazione che ho sul tema (anche se potrebbe esserci un post finto-patriottico in arrivo prima del 4 novembre), il secondo non può non essere preso in considerazione.

Mi è stato detto che a San Francisco Halloween è la festa più celebrata di tutte (più di Natale, Ringraziamento ecc., anche se purtroppo non avrò la possibilità di controllare di persona): ne sono la prova le innumerevoli zucche, ragnatele, scheletri e fantasmi che decorano ogni casa, dai quartieri più poveri a quelli più signorili, le svendite speciali per l'occasione e tutti i negozi, dalle farmacie ai negozi dell'usato, che allestiscono scaffali speciali con costumi, maschere, scherzi e dolci.

Tanto per capire la devozione californiana per questa festa, questa è la scena che mi sono trovata fuori casa qualche giorno fa:







Sebbene tutti non facciano altro che stressarmi e tormentarmi sul tema costume (tutti prendono la cosa molto, ma molto seriamente), non ho intenzione di vestirmi da nulla. Non mi piacciono i costumi da strega, indossare un lenzuolo da fantasma renderebbe impossibile porare una borsetta, l'anno scorso ho tentato una mummia con scarsi risultati, e gli scheletri sono troppo complicati. Poi, va detto, non mi piace indossare costumi veri e propri, piuttosto adattare i miei outfit per l'occasione.

Style.com deve avermi letto nel pensiero, perchè ha pubblicato una carrellata di estrapolati dalle sfilate perfetti per essere camuffati da travestimenti ma altrettanto adatti al mio giardaroba.

Il mio preferito è senza dubbio il collo (come avrete notato neanche ad Halloween abbandono la mia ossessione) di Christian Lacroix, che mima uno scheletro ma che starebbe benissimo su un little black dress come con T-shirt nera e immancabile blazer, a seconda di dove mi porti la serata.



Happy Halloween!

Thursday, October 30, 2008

LINK!

Come forse qualcuno avrà notato, da qualche mese Pillole di Moda è sprovvisto di link. Il motivo? La vecchia lista era troppo disorganizzata, scarna e datata (il mio sogno è una lista di link efficiente come quella di Style Bubble).

Sto lavorando (con calma) a una nuova lista di tutti i miei blog preferiti, blog imperdibili e anche un po' frivoli, un sacco di blog di insider e parecchi blog semplicemente belli da guardare. Quindi se avete un blog e volete aggiungerlo alla lista, o volete segnalare un blog che potrei non conoscere (dato che ultimamente la famiglia si sta allargando a dismisura), lasciatemi il link in un commento e gli darò un'occhiata!

SE FOSSIMO TUTTI FATTI DI PIXELS....


...questo sarebbe molto probabilmente il nostro orologio.

Lo trovate qui.

Tuesday, October 28, 2008

RIMEDI SALVASPAZIO / 2

Fra qualche settimana tornerò in Italia, dove mi ricongiungerò con il mio incubo di sempre: il guardaroba. Ho talmente tanti vestiti, giacche, scarpe, borse ecc. che al momento non ci sta tutto nel mio armadio, e quindi prima di partire ho allegramente seminato scatoloni e porta abiti in giro per i vari armadi di casa.

Il mio sogno? Tutti i miei vestiti nella stessa stanza (e che ci crediate o meno, sono almeno tre anni che un evento simile non accade). Può darsi che abbia trovato la soluzione:





Rag Chair, disegnata da Trejo Remy per Droog (Da piccola il suo Chest of Drawers era una delle mie ossessioni ricorrenti).

QUANDO ARRIVA IL FREDDO...

Quando vivevo a Londra, ero costantemente circondata da gente che il freddo lo soffriva poco o niente. Dovete sapere che gli inglesi sono abituati sin da piccoli ad affrontare il freddo a testa alta, con quelle gambette nude sotto le uniformi scolastiche, e da adolescenti con vestitini impalpabili per uscire anche d'inverno. Non è una sorpresa dunque che da grandi il freddo non sia un problema da affrontare con maglioni e giacche pesanti, e che il loro guardaroba resti pressochè invariato 365 giorni l'anno.

Io, da brava italiana freddolosa, venivo spesso derisa da coinquilini e amici (perchè se non erano Inglesi, erano Scandinavi, e in ogni caso il freddo e umido clima Londinese non creava problemi a nessuno) per la quantità di maglioni, calze pesanti e soprattutto giacconi e piumini con cui mi coprivo da ottobre a marzo.

Quello che in Italia era normale amministrazione quando le temperature si avvicinano allo zero - sciarpe, piumini, colli di pellliccia e magari anche guanti - in Inghilterra erano buffi tentativi stilistici che mi facevano sembrare una dodicenne con madre iperprotettiva in mezzo ai miei amici che anche a dicembre arrivavano all'università con microcardigan e plimsolls. Era ovvio che un piumino non fosse ai loro occhi trendy come un golfino leopardato, e che stivaloni di pelle antifreddo non fosse à la page quanto le loro plimsolls mezze distrutte. Va detto, però, che i loro look sulle strade di qualsiasi città italiana in pieno inverno sarebbero stati ridicoli tanto quanto i miei sforzi di sfuggire al freddo in Inghilterra.

Non devo essere l'unica ad aver colto questo trend di form over function, ovvero la forma prima di tutto, che sembra imperare laddove l'idea di un piumino imbottito va a braccetto con nylon fosforescente e tenute da sport estremi. Da tempo infatti stilisti e brand da ogni angolo del mondo producono minicollezioni di piumini e giacche imbottite che niente hanno a vedere con il nylon di scarsa qualità e pelliccette finte a cui la parola puffa jacket viene associata normalmente oltremanica.

Primo su tutti Moncler, brand storico a cui io però mi sono vvicinata al tempo delle prime collaborazioni con Junya Watanabe. Ricordo che la collezione che Watanabe pesentò per l'inverno 2004, con quei piumini in tartan abbinati a gonne in jeans decostruite, mi colpì incredibilmente, e ancora oggi resta una delle mie collezioni preferite. I piumini per Moncler invece erano un chiaro richiamo ai paninari, super imbottiti e lucidissimi. Sebbene le utime collaborazioni tra la stilista giapponese e il marchio italiano non mi entusiasmano, c'è un'altra unionedi cui mi sono innamorata. Sono sicura che ormai queste foto le avrete viste su tutti i blog esistenti (e forse qualcuno ha già visto la splendida collezione per la prossima primavera). Si tratta di Moncler Gamme Rouge, la linea disegnata da Giambattista Valli, che senza dubbio farebbe ricredere tutti i miei amici oltremanica.

Chiamarli piumini è riduttivo: dal colore alle forme alla leggerezza del prodotto finito, questi capi sembrano piccole opere d'arte. Le linee sono morbide e semplicissime, senza però essere banalizzate: sembra che le idee più semplici siano anche le più efficaci. Quante volte avrei voluto uscire di casa con ancora addosso le coperte! E questa è la sensazione che evocano i pezzi meno costruiti di questa collezione: come se un sapiente stylist avesse voluto giocare con piumini e coperte, e il risultato è soffice e bellissimo.





Non da meno i capi più sartoriali, più aggressivi ma non meno eterei. Il monocromo assoluto (e la scelta di bianco e nero) è la migliore soluzione: i deliziosi dettagli sono i veri protagonisti. Come ignorare quei colli? (Tra l'altro, non so se è la mia ossessione, ma mi sembra che i colli stiano diventando sempre più importanti sulle passerelle e non..a breve un lungo post!) Semplicemente divini!




Appea ho visto questi pezzi, non ho potuto evitare di associarli al lavoro della splendida Sandra Backlund. Sono assolutamente e completamente in love con il suo stile, il modo in cui ha rivoluzionato la maglia e la complessità di ogni pezzo che crea. Sono solitamente molto scettica nei confronti della maglia: mille problemi di lunghezze, morbidezza, collo (sì, la mia è un'ossessione, ma mi fa piacere che Sandra Backlund la capisca e contempli). Per non parlare del fatto che devo ancora perfezionare l'arte di indossare la maglia: sono alla ricerca della via di mezzo fra "appena fuori dal letto" e "bardata a festa" (è chiaro che penso troppo). Con questi pezzi non avrei alcun problema:






Mi chiedo su che prezzi si aggirino le sue collezioni. Fino ad ora non ho mai avuto il coraggio di investigare. Perchè rovinare questo bel sogno?

Monday, October 27, 2008

CHE COSA CI FACCIO A SAN FRANCISCO?

Dopo due settimane (e un'incredibile scarsità di post), mi sembra doveroso spiegare cosa ci sono venuta a fare a San Francisco.

Tutto è cominciato qualche mese fa. La primavera mi tira sempre brutti scherzi, e quindi, ancora a Londra e ancora in piena sessione di esami, ho deciso che prima di stabilirmi in una città seria con un lavoro serio, volevo fare un'ultima esperienza all'estero (poi, se il lavoro serio non dovesse arrivare, cosa per altro probabile, vedrò di orgnizzare qualcos'altro). Così, d'impulso, ho scritto al direttore di SOMA, rivista di nicchia che ho scovato cinque anni fa e poi mai più vista. La risposta del direttore è stata più che repentina: in dieci minuti avevo un posto da stagista.



La mia vera fortuna è che sono capitata in una redazione dinamica, dove ho la possibilità di scrivere quanto e di quel che mi pare, dato che, a detta del direttore, SOMA vuole essere una rivista mentore per tutti i giovani fotografi, stylist, scrittori e grafici che vogliono fare esperienza per poi entrare nel mondo delle riviste patinate e non. Ho quindi avuto la fortuna di intervistare due delle mie nuove stiliste preferite, Alithia Spuri-Zampetti ed Elise Gettliffe (entrambe viste a ITS Seven) ed entrambe mi hanno aperto un mondo stilistico inimmaginabile (cercherò di dedicare un post ad ognuna appena i ritmi diventano un po' meno frenetici).

Nelle mie due settimane a SOMA, ho avuto la fantastica possibilità di provare cosa significa far parte di una redazione in modo attivo e costruttivo, con responsabilità, privilegi, scadenze e stress correlati, e l'esperienza è così appagante che sarà dura fra qualche settimana tornare alla mia solita vita da blogger!

Tuesday, October 21, 2008

IL PROFUMO BLU

Chiedo scusa se sparisco periodicamente. In questi giorni le mie principali attività sono lavorare e fare la turista contemporaneamente, e il tempo libero lo passo a mangiare, siccome mi hanno informata che mi trovo nella food capital of the world.

Ci sarebbero molte cose da scrivere (in primis il motivo per cui mi trovo dove mi trovo, ma è un post che merita tempo e dedizione), e ci sarebbe una serie di novità che potrebbero intitolarsi piccole pivelle crescono, ma anche quello sarà fatto a suo tempo (preannuncio solo che sono coinvolti un tappeto rosso e una profonda crisi stilistica).

Nel frattempo vi segnalo un nuovo profumo che ancora non ho assaggiato, ma che si fa notare in altro modo. Boudicca Wode è un profumo-graffiti celato in una bottiglietta spray per colore, che spruzza in blu e svanisce dopo pochi minuti, lasciando solo l'essenza.




(Sì, anch'io trovo che le foto promozionali siano niente meno che inquietanti)

Inutile dire che sono curiosissima di provarlo (magari all'inizio con addosso dei vestiti che non mi interessa di rovinare, non che non mi fidi..), ma non arriverà negli States che fra qualche settimana (ovvero quando io sarò già tornata in Europa). Magari posso sperare nella magnanimità di qualche PR americana?

Tuesday, October 14, 2008

PILLOLE DI MODA IN TRASFERTA: SAN FRANCISCO



Ecco qua, il motivo della mia assenza: organizzare (alla meno peggio) la mia trasferta oltreoceano, questa volta in California, più precisamente a San Francisco.

Come al solito non è solo un viaggio di piacere, sono qui per lavorare - e anche a questo dedicherò un post molto presto - ma lo stile di vita californiano mi è già entrato nel sangue, tra passeggiate mattutine e tentativi di diete salutiste (in tre giorni non si contano le visite a Whole Foods e ho sviluppato una strana dipendenza ad una bevanda chiamata kombucha).

Questo posto è incredibile. Arroccato in cima a colline a picco sull'oceano, assomiglia a tutti i posti dove sono stata e non lo riesco a definire. A volte è Sud America, a volte è Scandinavia. A volte è Europa dell'Est, a volte è Manhattan. Immagino sarebbe utile smettere di cercare ua definizione e prenderlo per quello che è: un mix caotico di radical chic e clochard, mezzi di trasporto fatiscenti e automobili a basso consumo di ultima generazione. E' principalmente una città di contrasti, quasi schizofrenica. E' incredibile come un secondo cammino in una vivace via dello shopping affollata di turisti, e il secondo dopo mi trovo in uno squallido vicolo popolato di barboni e pieno di birrerie poco raccomandabili. Devo ancora perfezionare le mie tattiche di navigazione.

Credevo che mi sarei trovata in una sorta di Upper East Side salutista e intellettuale, e invece mi ritrovo in un caos senza capo nè piedi, dove i sobborghi sembrano più trendy del centro e i quartieri dall'aria più trasandata nascondono numerevoli sorprese, stilistiche e non.

Quindi questo mese Pillole Di Moda trasmetterà in diretta da San Francisco. Il blog ovviamente resterà il solito caos di notizie, liste dei desideri e osservazioni vaghe e sconsiderate, ma aspettatevi un po' di California qua e là. Ovviamente tutto dipende da quello che mi riserveranno queste quattro settimane, ma da quel poco che ho visto sono sicura che una mini-guida ai miei negozi preferiti non mancherà!

Sunday, October 12, 2008

MY FASHION WEEK HEROES

Lo so, il blog è andato un po' a rilento in questi ultimi giorni. Come al solito, c'è una spiegazioe perfettamente plausibile per questo, a cui dedicherò un post prestissimo. Nel frattempo, un'influenza di quelle brutte mi aveva tenuta lontana dal computer per qualche giorno, quindi mi sono persa le sfilate in tempo reale. Ora sto digerendo tutto il materiale relativo a Parigi, che posterò nei prossimi giorni: ci sono delle sfilate stupende che sono già entrate nel mio cuore...

Nel frattempo, vi presento i miei fashion week heroes. Non so perchè in inglese, forse perchè da una perfetta idea da supereroi da fumetto, che è un po' quello che queste persone sono per me. Durante le sfilate so che, per quanto deludenti possano essere gli outfit sulle passerelle (cosa che capita puntualmente), i miei fashion week heroes non mi deluderanno mai, e in loro potrò sempre trovare il conforto stilistico che mi aspetto da una settimana della moda.

Per fortuna, molti blogger hanno la mia stessa identica ossessione, quindi durante il mese della moda posso consolarmi con la fedele cronaca stilistica dei miei eroi.

La prima è Kate Lanphear, fashion director di Elle USA, peronsaggio imperdibile durante le sfilate. Di recente è stata definita "una versione femminile di Karl Lagerfeld", e il suo stile di certo non passa inosservato, tra capelli biondo platino, carnagione lattea e scala di grigi perenne. La sua è una bellezza algida, un po' dura, come i suoi look che mescolano pantaloni e giacche dai tagli sartoriali di questi tempi e T-shirt di American Apparel. Quel che la rende speciale è lo squisito contrasto tra la durezza del suo stile (braccialetti borchiati, zeppe total black) e la fragilità del suo viso e dei suoi capelli. Allo stesso modo riesce però sempre ad essere perfetta e totalmente armonica. Questo la rende unica.












Gli altri eroi delle sfilate sono tutte le giornaliste e stylist di Vogue Paris: credo che l'intero mondo dei blogger sia innamorato di loro. A capo della banda è ovviamente la direttrice Carine Roitfield, sempre accompagnata dalle stylist emanuelle Alt e Geraldine Saglio. Il loro stile, come quello del resto della redazione, si avvicina a quello di Kate Lanphear, solo più aggressivo - e attillato. I loro must sono jeans tipo seconda pelle neri a fasciare gambe perfette, scarpe da capogiro (tranne quando hanno deciso di presentarsi tutte in ballerine) e accessori in pelle. Per non parlare dei pezzi Givenchy e Balmain ovviamente visti in anteprima su di loro...











La mia ultima eroina è Giovanna Battaglia, il suo stile era già stato lodato in queste pagine tempo fa. Questo giro di sfilate non mi ha dato tanta soddisfazione in quanto non si sono viste poi tante foto dei suoi outfits (o forse me li sono persi tutti mentre ero malata)..Ma resta sempre una delle più interessanti da spiare alle sfilate.






Questi i miei eroi, che con i loro stili sempre incredibilmente perfetti mi salvano puntualmente da sfilate deludenti e trend stagionali improbabili, ispirandomi e incuriosendomi di più ogni volta


[Foto da: The Sartorialist, Jak & Jill, Style.com, Garance Dorè, Cafè Mode]

Thursday, October 02, 2008

PARIGI, PRIMAVERA/ESTATE 2009: DRIES VAN NOTEN

Dries Van Noten è sempre una sorpresa. Posso dire sia il mio stilista preferito in assoluto: mix di stampe e colori, forme inedite, e un'attenzione ai colli unica. Questa collezione non è stata da meno: vorrei goni cosa nel mio armadio. Adesso.

L'uso del classico bianco e nero, impreziosito qua e là da ricami dorati è tutt'altro che scontato o banale, con linee pulite spesso leggermente esagerate e uno stile morbido.






In particolare mi è piaciuto il suo uso della camicia bianca, portata con pantaloni dalla linea vagamente gonfiata e abbinata con nonchalance all'oro di preziosi ricami e alla maxigonna nella stessa tonalità metallica.



Non è ovviamente mancato il colore, e dopo qualche stagione floreale, Dries si concentra su grafismi incentrati sul quadrato, sfumato in una palette pastello di viola, giallo e arancione su seta che avvolge il corpo in abiti, pantaloni e giacche sinuose.



I ricami dorati sono probabilmente i miei elementi preferiti: gioielli simil fai-da-te e inaspettate decorazioni, incrostate e impreziosite allo sfinimento.


Come ignorare i colli? Qui sono maxicollane di sonagli oro e argento, perfetti con il black and white dei look più austeri, ma anche con i pezzi più giovani e colorati.


Collezione che non vedo l'ora di vedere dal vivo.