Monday, September 29, 2008

FINALMENTE PARIGI!

Le sfilate milanesi sono passate e non mi hanno lasciato nulla. Molto meglio i look visti al di fuori delle passerelle, fedelmente fotografati da Scott Schuman,a cui dedicherò un post nei prossimi giorni. Un paio di sfilate non hanno mancato le mie aspettative, ma il più è stata una delusione grandissima da una città da cui mi aspettavo il meglio.

Per fortuna le sfilate a Parigi sono iniziate, e in due giorni o poco più mi hanno già fatto dimenticare le delusioni delle settimane passate. Capita che Parigi sia la mia settimana della moda preferita, con tutti i miei stilisti preferiti, quindi forse sono di parte, ma al momento non mi ha delusa.

Prima sfilata di cui mi sono innamorata è stata Balmain, storica casa francese ora in mano a un giovane stilista che forse non avrà ancora trovato lo stile perfetto per rendere onore al nome per cui lavora, ma che nel frattempo ha creato un look sexy con i piedi per terra.

Il mio sogno: jeans come seconda pelle, scoloriti e strappati allo sfinimento, ma abbinati a giacche simil-militari dalle proporzioni smisurate, impreziosite da brillanti incrostazioni di gioielli. Un look che sicuramente vedremo addosso a tutte le giornaliste e stylist di Vogue Paris fra qualche settimana.



Ugualmente apprezzabili i miniabiti da cocktail, come gemme preziose a loro volta impreziosite da ragnatele di brillanti.

Thursday, September 25, 2008

LONDRA, PRIMAVERA/ESTATE 2009: MEADHAM KIRCHHOFF

Il capo che indosso più spesso e senza il quale il mio stile non sarebbe completo è sicuramente il blazer. Solitamente blu, è il completamento di ogni mio outfit, T-shirt bianca d'estate e maglioni e felpe d'inverno, il blazer non manca mai.

Da Meadham Kirchhoff ne propongono un'interessante alternativa, perfetta per i mesi caldi. L'organza mi fa vedere il classico blazer in una luce diversa: un capo che interagisce con il resto dell'outfit, non solo lo completa. Il loro bazer estivo crea un gioco di trasparenze discrete, la perfetta soluzione estiva.



Il pizzo "bruciato" è però di sicuro l'elemento più interessante di questa collezione. Con il proliferare di pizzi e macramè, sta diventando interessante come alcuni stillisti lo stanno inglobando nelle collezioni più eclettiche e moderne. Finora da Meadham Kirchhoff hanno usato il pizzo nella maniera a me più congeniale, tagliandolo al vivo così che sembri materia organica, e facendolo uscire da orli, quasi una frangia un po' cadente.





Ovviamente ho perso la testa per le giacche da motociclista in pizzo, viste su Stylebubble: il contrasto tra la classica forma del chiodo in pelle e la delicatezza e fragilità del pizzo è una gioia per gli occhi.


Posso dirlo: una delle collezioni che finora ho più apprezzato.

LONDRA, PRIMAVERA/ESTATE 2009: LUELLA

Finora ho evitato di menzionare la mia tristezza per non aver assistito alle sfilate londinesi di questa stagione. Purtroppo, tra traslochi, mala organizzazione di voli e trsferimenti vari e qualche inaspettato impegno familiare (gli stessi causa della velocità lumaca dei post di questi giorni) mi hanno impedito di essere in città per la settimana della moda, ma sebbene mi sia ripresa dal colpo, difficilmente mi perdonerò l'essermi persa la sfilata di Luella.

Gli abiti forse non sono stati poi così eccezionali ("ispirazioni" riconoscibili: Viktor & Rolf e le loro asimmetrie, il tweed di Chanel, Comme des Garçons nella loro ultima collezione, e quelle scarpe le ho viste per strada a Venezia qualche giorno fa), ma lo styling, la location e lo stile della sfilata mi ha conquistata. Positiva, felice, frizzante, non pretenziosa.



Tanto di cappello per aver dato dignità a un colore che non considererei mai e poi mai: l'arancione. Visto così sembra il colore più naturale da indossare per un aperitivo o una festa estiva.


Versatilità nelle stoffe e nei tagli:



Come in molte sfilate degli ultimi giorni, non mancano spunti interessanti per la mia ossessione. Anche da Luella i colli sono interessanti, coperti da maxi collane di perle tutt'altro che bon ton.


Un aggionrnamento dello stile perbene che piacerebbe alle nostre mamme, con colori fluo e dettagli inaspettati che, seppure "rubati" qua e là, funzionano a meraviglia.

Tuesday, September 23, 2008

RESTYLING DA H&M

Solitamente le mie visite da H&M non durano più di quindici minuti. E raggiungo il quarto d'ora solo in caso di negozi particolarmente grandi, o in caso di saldi, quando lo stock di innumerevoli stagioni precedenti viene esposto a prezzi ancora più ridicoli degli originali. Non mi piace H&M. Ovviamente, come un po' tutti, ho vestiti, giacche, jeans e magliette della catena svedese, ma la vita breve dei loro capi (per lo meno nelle mie mani) e il fatto che la maggior parte di questi mi stia male è un deterrente allo shopping. Ricordo poi una visita ad un grande H&M all'ora di punta: tutto lo stock riversato a terra, tra polvere, appendini ed etichette, clienti impazzite che calpestavano tutto alla ricerca di taglie e colori ovviamente sold out. L'esperienza mi ha traumatizzata, e vi penso ancora con orrore. Quindi entro, faccio un giro, sospiro (ma perchè tutti trovano meraviglie e io no?) ed esco, più spesso a mani vuote.

Le cose potrebbero cambiare, dato che il flagship store milanese si è dato una rimessa a nuovo, e gli interni sono più belli che mai.



Il restyling è a cura di Lovisa Burfitt, giovane illustratrice svedese dal tratto infantile e dal colore facile, le cui illustrazioni decorano diversi locali di Stoccolma.

Le sue illustrazioni si adattano ai grandi spazi e alle collezioni H&M: il risultato non è troppo pretenzioso, ma il megastore assomiglia un po' di più a una boutique che a un H&M, e con il proliferare di catene low-cost ormai in ogni piccola città italiana, questo è un bene.















Le illustrazioni e i caratteri a volte un po' ingenui e infantili di Lovisa Burfitt mi hanno conquistata: state certi che la mia visita a questo H&M durerà molto più del canonico quarto d'ora. Speriamo che le mie colleghe di shopping siano anch'esse così affascinate dal decoro da non rendere il negozio un campo di battaglia...

LONDRA,PRIMAVERA/ESTATE 2009: CHARLES ANASTASE

Charles Anastase, vera rivelazione di quest'ultima settimana della moda londinese.

Ai miei occhi, ogni uscita della sua sfilata è un'ispirazione per la prossima estate. Look arrangiati con cura eppure dalle sembianze trasandate, addosso a modelle-geek noncuranti e un po' sciatte.

Tralasciando gli ovvi occhiali dalle megamontature e i calzettoni della nonna che Prada ci aveva tanto fatto amare qualche stagione fa, quello che resta è un insieme interessante, un coraggioso accostamento di colori, misure e tessuti, strutture e sovrapposizioni da far impallidire Stylebubble.

Colori pastello e nuanches neutre adagiate su tessuti morbidi e lucidi, forme da Lolita a testimonianza della sua ispirazione anni '50, sovrapposizioni di maxigonne impalpabili e microcardigan di due taglie più piccole, con scarpe che ad ogni passo offendono l'equilibrio, solide sulle loro platform di legno.



E che dire delle crinoline infilate un po' dappertutto, vere protgoniste di questi look da principesse di biblioteca? A decorare cinture e colli di jeans (!), la luminosità e trasparenza dei tessuti a creare un interessantissimo gioco di sfumature, un vedo-non-vedo prezioso per questa collezione che altrimenti sarebbe risultata decisamente noiosa.









[Dettagli da Dazeddigital]

Bellissimi i blazer e le giacche di pelle stile motociclista, tocchi di grinta perfetti su una collezione così leziosa.



E per finire i jeans striminziti, da liceale, chiari e abbinati a beige e bianco da brava ragazza.



Quando dico che questa collezione è più che altro un'ispirazione dico sul serio: non c'è nulla che non abbia nell'armadio, o che non mi possa procurare rovistando in qualche baule o in una vecchia merceria. Nessun pezzo è strabiliante o innovativo, ma tutto viene giocato sul sapiente abbinamento, drappeggio, sovrapposizione e bilanciamento di ogni pezzo. Styling geniale da tenere a mente anche d'inverno.

LONDRA,PRIMAVERA/ESTATE 2009: CHRISTOPHER KANE

La sfilata di Christopher Kane sarebbe stata perfetta, se solo ne avesse tagliato due terzi...

Via le gonne di pelle, via le stampe gorilla, via le maniche lunghe. Cosa sarebbe rimasto? Quegli abitini impalpabili composti di dischi modulari di tessuto impalpabile, trasparenti, leggeri, composizione perfetta di piccoli sogni smanicati. Via il marabou, decorazione forzata di troppi orli, via i bicolore dal contrasto troppo netto.

Quello che resta è questo:






Certo, non sarebbe stata più una collezione, sarebbe stata una miniserie di begli abiti. Ma quale perfezione, quale leggerezza e magia raccolta in questi pochi pezzi!

Monday, September 22, 2008

BALENCIAGA: IERI, OGGI E...DOMANI

Gli anni cinquanta come oggi: pare che Nicholas Ghesquieres e Miuccia Prada abbiano attinto dai gloriosi archivi della maison Balenciaga, trovando preziose ispirazioni per le loro rivoluzionarie sfilate.





Le forme di Balenciaga 2008 un'aggiornamento di quelle del 1950? E il total-look di pizzo forse un'idea rubata allo stilista spagnolo?

Forse non lo sapremo mai. Una cosa sola è certa: Cristobal era decisamente all'avanguardia a suo tempo. Chissà cosa ci riserva il futuro...(inutile dire che non vedo l'ora di scoprire cosa proporranno entrambi gli stilisti nei prossimi giorni).

NEW YORK, PRIMAVERA/ESTATE 2009: MARC JACOBS

Quando pare non ci sia più niente da fare, che sia già stato provato tutto, e che oramai ci si debba solo affidare a classici senza tempo e linee minimaliste, ecco che ci pensa Marc Jacobs a cambiare le cose, a sconvolgere le carte in tavola per rendere tutto più interessante.

Se c'è qualcosa che ho imparato in queste ultime collezioni, è che si può sempre contare su Marc per una bella sorpresa stilistica. Questa collezione non è da meno. Ha preso e reinterpretato il femminile da signora che nelle ultime collezioni ci ha proposto allo sfinimento, ma lo ha ringiovanito e caricato delle influenze più disparate, dalle Geishe giapponesi agli anni quaranta, dal grunge delle sue prime collezioni ai souvenir africani.



Il risultato è una silhouette nuova - lunghezze sotto il ginocchio, fusciacche in vita, spalle e fianchi esagerati - in colori all'apparenza lugubri ma punteggiati da tocchi di lurex scintillante e stampe mescolate quasi a caso. E' una festa per la vista.

I cappellini sono stati senza dubbio i protagonisti, i più chiacchierati della collezione. Collocati a metà tra copricapi da ragazze di campagna e accessorio da gondoliere, sono stati realizzati da Stephen Jones e poi accuratamente calpestati per l'effetto schiacciato. Quel che più mi piace è la texture luccicante: mi fa venire un'improbabile gola di cappellini di paglia.



Forme, colori e tessuti sono mescolati in maniera irrazionale, per un effetto stranamente completo:



La mia parte preferita? I revers dai colori brillanti in netto contrasto con i tweed delle giacche. Tra i tanti elementi inaspettati della collezione questi sono i miei preferiti.



Una meraviglia dietro l'altra che ristabilisce la mia ammirazione per Marc Jacobs. Speriamo che il futuro non deluda.

NEW YORK, PRIMAVERA/ESTATE 2009: YIGAL AZROUEL E RACHEL COMEY

Due sfilate che, di per sè, non mi sono piaciute, ma con uno stile simile che, in fondo, mi piace. Più volte avevo espresso la mia ammirazione per lo stile di Yigal Azrouel, e le scarpe estive di Rachel Comey sono state in cima alla mia lista dei desideri per settimane.

Le loro collezioni per la prossima stagione sono accomunate da un dove e un quando ben precisi: città d'estate. Vedendo sfilare i loro modelli sulla passerella, è facile immaginarsi New York in preda a un caldo insopportabile, ed è altrettanto facile vedere sulle strade signorine vestite da uno dei due designer, perfettamente a loro agio sull'asfalto bollente. Inturbabili davanti all'umidità che sembra pervadere ogni cosa, composte ma a loro agio.



Look scomponibili per Yigal Azrouel, che su una palette militare ha giocato con appliques e lunghezze, tra storici jeans e un fantastico giubbotto in pelle per affrontare l'aria condizionata degli interni.



Rachel Comey ha portato le sue modelle a spasso per il Lower East Side, tra un cono gelato e un giro tra le gallerie d'arte. Stampe femminili ma non frivole si incontrano con inaspettata armonia, su piccoli pezzi dalle sovrapposizioni inaspettate che promettono di combattere caldi tropicali.

Lezioni di stile da tenere a mente per le prossime estati urbane.

NEW YORK, PRIMAVERA/ESTATE 2009: PHILLIP LIM

Sebbene l'intera collezione non mi sia piaciuta poi tanto, gli accessori di Phillip Lim sono finora i miei preferiti.

Ruches esagerate sulle scarpe troveranno sempre un posto nel mio cuore, specie se in coccodrillo rasoterra. Quella cintura a fiocco è il modo perfetto per sfronzolare l'elemento più fronzolo di tutti, ma, come i lettori abituali immagineranno, sono quelle collane i pezzi che più mi incuriosiscono.

Non mi è difficile infatti immaginarmeli come colletti, con le solite T-shirts minimaliste. Ma anche lo styling proposto in passerella, con colori abbinati, texture e stampe non necessariamente neutre mi conquista.



Una collezione zeppa di spunti D.I.Y.

NEW YORK, PRIMAVERA/ESTATE 2009: J MENDEL

La collezione di J Mendel è un composto divertissement monocromatico. Variazioni sul tema, origami di stoffa e sapienti piegature diventano più interessanti quando operate su uno stesso colore

E' una collezione matura, non certo pensata per la vita di ogni giorno di giovani ragazze, più adatta forse a signore raffinate con un infinito susseguirsi di impegni mondani. Ma come resistere alle successioni di abitini dalle composizioni interessantissimee e micro-pellicce pensate per la primavera?



Il monocromo rende tutto più interessante, fa venir voglia di esplorare la raffinata costruzione di questi abiti. Paiono complicatissimi origami, pezzi d'arte da contemplare piuttosto che vestiti da ogni giorno.



Per la prima volta davanti ad una collezione non penso allo styling. Non medito sui singoli pezzi e come potrei decostruire i look abbinandoli a blazer e scarpe maschili. Non me li immagino addosso durante una passeggiata in città, e non penso a tutti gli strati che potrei aggiungere per farci un outfit. Resto in contemplazione, come di opere d'arte di cui ancora inseguo il significato.

NEW YORK, PRIMAVERA/ESTATE 2009: DEVI KROELL

Lo scopo della collezione di Devi Kroell - la prima della stilista di accessori - è quello di portare la donna dal giorno alla notte, e mi pare che il risultato sia fedele alle intenzioni.

La palette forse banale è in realtà perfetta per una collezione così versatile: pochi pezzi, quasi unisex per un divertente mix'n'match quotidiano. Maxi gonne e shorts oversized, pantaloni semplici e sartoriali abbinati a top semplicissimi e microgiacche. L'assenza di colore è una necessità ma allo stesso tempo uno sfizio per permettersi di giocare con lo styling a più non posso.



Il passato di Devi Kroell è evidente negli accessori esagerati ma allo stesso tempo composti, racchiusi in quei colori che dominano la collezione, quasi rilievi ton sur ton che rendono tutto più interessante.



Le mie preferite sono le maxipochette dalle texture inaspettate e le collane di stoffa simil-coccarde, quasi un colletto da mettere su tutto. Versatili come l'intera collezione.