Thursday, March 27, 2008

IL WEB DELLE MERAVIGLIE

Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e il meno conoscuto ma non meno affascinante suo seguito, Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi Trovò, di Lewis Carroll, sono due fra i miei libri preferiti. Dai personaggi (al limite fra il possibile e il fantastico) alle trovate stilistiche (da rimanerci a bocca aperta), tutto in questi due libri mi ha lasciata alquanto stupita e con un gran sorriso sulle labbra.



Alice ne passa di tutti i colori: cambia continuamente la sua statura nelle Avventure, partecipa a quella che sembra una partita di scacchi infinita nello Specchio, ed in entrambi si imbatte nei personaggi più inverosimili e speciali della letteratura di sempre. Da vari umani dalle fisse discutibili (basti pensare alla famosissima regina), a fiori canterini a insetti mai sentiti (di cui il mio preferito, la bread-and-butter-fly).

Mi piace pensare che la mia passione per il web possa essere in qualche modo considerata una versione moderna dello stupore di Alice per le meraviglie che si trova davanti durante le sue avventure.

Tre in particolare le meraviglie in cui mi sono imbattuta di recente, e che vorrei segnalare: The Cherry Blossom Girl, Fukusuke-Pon e Homako.

The Cherry Blossom Girl è una ragazza francese che pare viva in un mondo incantato. Il suo blog è una raccolta quotidiana di ispirazioni, fotografie, diario di vita (in francese e solo di recente tradotto anche in inglese), e in generale tutto quello che piace alla giovane Alix. Le sue foto sono sempre ricche di colori pastello, immancabili fiori di pesco o ciliegio, francesissimi macarons nei colori dell'arcobaleno e abbinamenti quotidiani, fra ritrovamenti vintage ed H&M.



In particolare mi piace la sua camera (ho il sospetto che il suo appartamento si trovi in un palazzo fatiscente ma elegante del centro di Parigi), pareti rosa e piccoli tesori disseminati un po' ovunque.



Se dovessi definire in breve lo stile di Alix e del suo blog probabilmente direi che si trova all'esatta via di mezzo fra il mondo degli adulti e quello dei babini, e esattamente a metà fra il decadente e il cartone animato.

Fukusuke-Pon è un coniglio. Fa risvegliare la bambina che è in me, dato che da piccola anch'io avevo un coniglietto nano di nome Gedeone (la cui fine non è da discutersi su questo blog).




La padrona di Fukusuke-pon è talmente affezionata al suo coniglio, che se lo porta ovunque vada, in campagna e in città, a fare la spesa e agli eventi più mondani. E non si limita a portarselo dietro: ogni volta fa pure un servizio fotografico completo delle sue avventure, che pubblica su un Flickr interamente dedicato al giovane animale. Intile dire che guardarsi le foto è uno spasso, specie quando Fukusuke incontra strani personaggi ed è obbligato a posare con loro, con una faccia alquanto allibita/sconcertata.



Non resisto ai suoi occhioni neri.


A prima vista, Homako può sembrare la classica ragazza giapponese, tutta hello kitty e clichè kidult. E invece il suo flickr è una delle meraviglie più adirabili in cui io sia capitata.

Con una passione per animali e pois, il suo flickr raccoglie i suoi progetti fotografici, fra maschere e sperimentazione con colori e pellicole. Il mio preferito è The Butterfly Project: tantissime farfalle di carta volano su ogni cosa, dalle sue mani alla faccia del suo fidanzato.



E la cosa più tenera è proprio il suo rapporto con il fidanzato: lei da Tokyo, lui da San Francisco, mi ricordano tanto il mio di rapporto, io dall'Inghilterra, lui dall'Italia...

Questa storia strappalacrime ha però un lieto fine: Homako si è appena trasferita a Los Angeles, in un appartamento dove la cucina funge da guardaroba e le finestre sono decorate con le sue farfalle.



Ogni giorno io compio il mio viaggio nel Paese delle Meraviglie, attraverso questi e altri fantastici siti, sbalordita dalla quantità di esperienze che posso vivere con un click, come Alice nella fantasia del suo creatore. E come Alice viaggiava addormentandosi nel calore del suo salotto o nella freschezza di un pic nic primaverile, io lo faccio da qui, dalla mia scrivania negli inquinati sobborghi londinesi.

Wednesday, March 19, 2008

IL SIGNIFICATO DELLA MODA

Sono un tipo facilmente distraibile.

Non importa quanto abbia da fare, se mi viene posta un'alternativa interessante, è difficile che resista. Per questo, quando mi è stato regalato il libro di Hadley Freeman (la mia giornalista di moda preferita), The Meaning of Sunglasses, oltre ad essere felice oltremisura, ne ho anche temuto le conseguenze (poichè in questo momento quello di cui ho bisogno è voglia di fare spasmodica, non distrazioni). Il libro è stato dunque relegato a malincuore in un angolo del mio appartamento onde evitare tentazioni, ma il piano anti-distrazione non ha funzionato a lungo.

Alla fine ho dovuto cedere, e concedermi almeno la lettura dell'introduzione (ed una veloce sfogliata al resto). Prima pagina, pillola di saggezza:




L'introduzione va avanti a spiegare un lato della moda a prima vista banale ma secondo me spesso ignorato: la moda è donna. Miuccia, assieme a Stella (McCartney), assieme a Phoebe (Philo), assieme a Rei (Kawakubo), è la grande rivoluzionaria della moda dei nostri tempi. Queste donne disegnano per le donne, e le donne che comprano le loro collezioni non lo fanno per farsi guardare dagli uomini (non più per lo meno), ma per stare bene con sè stesse, piacersi e a volte anche esprimersi.

Per ognuna di noi la moda è qualcosa di personale.

E allora mi sono chiesta: cos'è per me la moda? Perchè mi piace sfogliare riviste, guardare collezioni, scrivere le mie fissazioni su questo blog? Quello che mi piace della moda (guardata, scritta e indossata) è la sua non-razionalità, la possibilità di infinite variazioni su un tema, il poter cambiare completamente con un accessorio o un paio di scarpe. Il significato della moda per me è riscontabile in un colletto posticcio, in un paio di occhiali da vista non necessari ma indossati per sfizio, in un tacco dieci quando si è gi alti un metro e ottanta. Ricordo una foto vista su niente meno che Teen Vogue anni addietro: un'attrice sul red carpet, con il seguente abbinamento: abito lungo stampa zebra abbinato alla classica giacca in jeans anni '80/'90 (taglia da bambino), e pochette argento. Credo che il mio fascino per quella foto non svanirà mai (l'ho poi trovata e la potete vedere qui).

I migliori esponenti del mio significato della moda sono i dandy, maestri nell'arte della simbiosi perfetta fra minimale e superfluo. Questa è la mia moda.

Consiglio comunque la lettura del libro: una carrellata di capitoli brevissimi su tutto quel che concerne la moda, dalla A (Accessories, Animal Print) alla Z (a cui a dire il vero Hadley non arriva, quindi dobbiamo accontentarci di Yoga).

Tuesday, March 18, 2008

MODA DI CAMPAGNA

Amo la campagna. Dopo molti mesi di caos cittadino non c'è niente di meglio di una buona dose di rilassante verde. Poco importa se il tempo è tutt'altro che primaverile, mi basta riposare gli occhi e respirare a pieni polmoni.

E allora capita che la moda si adegui: non abiti adatti all'occasione, ma un divertissement che tenga conto solo delle sfumature.

Per giocare un po', dato che sono in vacanza.





[Andrew Gn x 2, BCBG Max Azria, Alberta Ferretti x 2, Allegra Hicks]

Saturday, March 15, 2008

LA SCIARPA PERFETTA...

Ogni modaiola che si rispetti ha sempre una fissazione (o, come spesso accade, molteplici). Le più popolari sono (la ricerca della) borsa perfetta, il paio di jeans perfetto, il capospalla perfetto, etc... Le modaiole DOC sono alla ricerca di tutte queste cose insieme, e la loro missione non sembra mai compiuta.

Non posso dire di considerarmi una modaiola DOC o una fashion victim di razza. Se mi incontraste in un giorno qualunque probabilmente mi vedreste abbigliata con jeans a felpa grigia più scarpa da ginnastica (sono per la comodità prima di tutto). Ma le mie fissazioni non sono diverse da quelle della modaiola DOC. Il problema è che la borsa perfetta (in cima alla mia lista) è molto lontana (finanziariamente), al jeans perfetto ormai ci rinuncio (ne ho provati mille marchi e mille misure, e sono sempre rimasta delusa), il capospalla credo di averlo trovato (devo solo decidere qual'è fra le circa dieci giacche da me accumulate negli ultimi mesi), e al momento mi resta una sola fissazione, che però mi tormenta a tal punto da distrarmi da tutto il resto: LA RICERCA DELLA SCIARPA PERFETTA.

E' dura, perchè non credo che alle sciarpe venga data l'attenzione che si meritano. In compenso, io gliene do anche troppa. La sciarpa è un capo altamente versatile, utile, adatto a tutte le stagioni e declinabile in una miriade di possibilità.

Credo di essere sempre stata fissata in questo senso. Ricordo i molteplici "completini" sciarpa/cappello/guantini che obbligavo i miei a comprarmi, e verso gli undici anni il mio più grande desiderio era una sciarpa di tweed spinato bianco/nero da uomo. La mia passione è cresciuta esponenzialmente, e mi sono accorta della sua portata quando ho visto questa foto, qualche anno fa, che ha trasformato la mia passione invera e propria sciarpitudine.



Quella sciarpa (o, per esere precisi, quelle due sciarpe annodate insieme) è stata, lo ammetto, prontamente copiata e indossata per molti mesi di fila con gli abbinamenti più disparati. Nel frattempo la sciarpitudine è cresciuta a dismisura, come un virus, ed è sfociata nella ricerca della sciarpa perfetta, che al momento non da segni di compimento.

Questa la mia lista di possibili candidate:



[Ashley Olsen x2, Dries Van Noten, Mary Kate Olsen (e no, non sono fissata con le Olsen, solo con le loro sciarpe), The Sartorialist]

La sciarpa che cerco, è grande, ENORME, di un filato (idealmente cashmere, of course), sottile ma corposo. La forma può variare, da quadrata a rettangolare , potrei accettare un triangolo nel caso di una sciarpa particolarmente bella (anche se non mi piace l'inevitabile effetto keffiah). E, fin qui, non credo di chiedere la luna. La questione si complica quando si considerano i colori. Perchè non la voglio tinta unita. L'ideale (vedi Olsen) sarebbe il trinomio blu/bianco/rosso, ma le infinite varianti sono da considerare. Eviterei i fiori (troppo foulard russo), amerei le righe (purchè grosse), e l'ideale sarebbe una fantasia geometrica.

Altri abbinamenti di colori possibili includono:




Mentre continuo la mia spasmodica ricerca mi accontento di surrogati temporanei. Da qualche mese non vivo senza un quadrato di stoffa gigante, caldo ma non morbidissimo, righe grigie/rosso scuro. la "sciarpa" ha il pregio di stare molto bene con il blu, che è il colore del 70% delle mie giacche/cappotti, e di essere sorprendentemente adattabile.



La pseudosciarpa riceve quotidiani complimenti da tutti, gente che romane incredula quando scopre la sua vera identità: coperta dell'aereo. A guardarla attentamente, infatti, si vede un maxilogo Alitalia.

Ma al momento è la mia preferita (una vera e propria Coperta di Linus).

Tuesday, March 11, 2008

ARRIVA L'ESTATE: FIORI O GEOMETRIE?

Il bello, di questi tempi, è che c'è scelta. Il problema, è che ce n'è troppa. E allora capita che chi vuole stare al passo con i tempi non basta che aderisca all'ultimo trend, ma debba anche selezionarne uno fra i molteplici disponibili.

Quest'estate, le opzioni sono due: fiori o geometrie. Queste le stampe imposte dagli stilisti per la bella stagione, per fortuna in una miriade di colori, forme e variazioni. Ce n'è per tutti i gusti insomma.




[6267, Moschino, Dries Van Noten, Blumarine, Luella, Stella McCartney]


[Anna Molinari, Marc by Marc Jacobs, Marni, Jil Sander, Jonathan Saunders, Etro]

Per me non si pone il problema: io ho già deciso che sarò tutta per le geometrie. I motivi sono tanti:

- fiori = fronzoli (equazione quasi sempre valida), e la mia allergia ai fronzoli mi sende anche i fiori antipatici

- primavera = fiori, e sono tanto tanto felice di poter associare la primavera a qualcosa d'altro (come mi diceva il mio professore "quando arriva la primavera è meglio non parlare di fiori, NOIOSISSIMO")

- con le geometrie vengono fuori cose molto più interessanti. Guardate i colori per esempio: i fiori in qualche modo limitano (non so come o perchè, ma sono certa che limitano), mentre le geometrie permettono soluzioni virtualmente infinite.

Ce ne sono altri (di sicuro anche più validi di questi tre sconclusionati qua sopra), ma siccome sono talmente incasinata temporalmente che sto cercando di fare quattro cose in contemporanea e devo "svegliarmi" fra 5 ore, non è il caso che mi dilunghi.

Ma sarei onorata di sentire i vostri schieramenti...

Sunday, March 09, 2008

COMMENTI RITARDATARI SULLE SFILATE...

In queste settimane non ho avuto tempo per seguire uno stile di vita pseudo-regolare, figuriamoci le sfilate Autunno/Inverno...

Ho però dato un'occhiata agli stilisti che mi incuriosivano (e ovviamente approfondirò quando quest'inferno universitario finirà):

PRADA (e le scarpe di Miuccia)

Ve lo dico subito: la collezione non mi è piaciuta. Come sempre quando si tratta di Prada però, la vera forza dei capi è nello styling, quindi aspetto di vedere il tutto all'opera prima di dare un giudizio affrettato.

Ma le scarpe!

Le scarpe di Miuccia, va detto, non mi deludono mai, ma questa volta mi sembra abbia fatto di più: la nuova collezione mi ricorda Miu Miu un anno fa, collezione che tanto avevo amato (e purtroppo mai comprato). La scarpa di Miu Miu è stata presa e sviluppata in astratto, tinteggiata di azzurro (ma anche beige, nero, bronzo...), portata ad un livello più concettuale:



Sono contenta poi che da Prada si sia fatto un generoso uso dell'azzurro, colore poco visto e molto sottovalutato dalla moda, spero che questa sfilata lo riporti un po' in auge e gli dia lo spazio che si merita. Sulla collezione, mi piace quello che hanno detto da VeryCool, e non posso far altro che citarli:

"con Miuccia Prada non esistono nè cliché né certezze: ogni nuova collezione è una faccenda completamente nuova. La sua moda è un continuo Sottosopra dentro il quale ci sentiamo ogni volta più smarrite ma anche più libere."

BOTTEGA VENETA

Forse si sa, ho un debole per Bottega Veneta: trovo che le collezioni di Tomas Maier siano un concentrato di semplicità e portabilità presentato in maniera altamente sofisticata. Non mancano mai di stupirmi ed affascinarmi.

Quest'ultima sfilata però mi ha stupita e affascinata su un nuovo piano, con - per la prima volta - una collezione del tutto inattesa. Fedele ai suoi neutri, Maier ha presentato una linea che unisce la semplicità tipica del marchio ad uno stile decostruito tutto nuovo, con tessuti pesanti sapientemente drappeggiati, lunghezze inaspettate e linee pulite:




MARNI

Definirò questa sfilata con un'espressione che si usa qui: eyecandy. Un tripudio di colori, tessuti, lunghezze, sovrapposizioni: posso proprio dire che al momento è questa la mi collezione preferita, anche per i toni a volte poco invernali e più primaverili che, data la mia avversione per la stagione fredda, mi rende la collezione ancora più bella.

Parlando di colori, questa sfilata riassume benissimo quella che è la mia ossessione corrente (che in parte vi avevo annunciato qui: toni pastello uniti a sprazzi di colori brillanti e a volte fluo, per un effetto sorprendente bilanciato.



CELINE

Dico una cosa sola: questa giacca è perfezione concentrata in un capospalla.



CHANEL

Come non citare il bellissimo allestimento dela sfilata? Una giostra
gigante nel mezzo di un luminosissimo Grand Palais, raffigurante tutti i simboli della maison: dalle borse matelassè ai tailleurs in tweed.

Questo simbolo di fanciullezza è sembrato poi particolarmente adatto a decorare quella che è stata definita "la collezione più giovane mai presentata nella storia di Chanel", fra capelli spettinati e maglioni che sembravano presi in prestito da un fidanzato adolescente.



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Questo è quello che mi ha colpita fin ora. Il resto delle sfilate me lo guarderò con calma, che tanto (per fortuna) al prossimo inverno c'è tempo...

Saturday, March 08, 2008

DOPPI AUGURI

Che coincidenza. Capita che oggi sia la festa della donna, ma anche il 100° post qui su Pillole Di Moda...





Auguri a tutte!


[foto da Numéro 91, Marzo 2008]

Wednesday, March 05, 2008

D.I.Y. (FATTELO DA SOLO)

A Londra le plimsolls la fanno da padrone. Giuro, le hanno tutti, ed è una specie di pazzia collettiva.

Per chi non sapesse cosa sono le plimsolls: si tratta di scarpe simil-superga, di qualità alquanto scarsa (leggi: bucate dopo sei mesi di uso sporadico), indossate dai bambini inglesi nell'ora di ginnastica, o con l'uniforme estiva. Da un paio d'anni a questa parte, sono diventate la mania dei londinesi, che se ne riforniscono abitualmente nel negozietto al numero 44 di Cheshire Street ormai diventato leggendario, la cui insegna (scritta a pennarello su un pezzo di cartone rattoppato) dice: "the devil wears prada, but the people wear plimsolls". Prezzo: 5 sterline (circa otto euri). Il fenomeno è tale che negozi come Office e Topshop hanno iniziato a venderle anche loro, ad un prezzo tre o quattro volte superiore (una specie di falsificazione al contrario, dato che le loro versioni sono leggermente più resistenti dell'originale).

Le plimsolls sono le scarpe più democratiche esistenti (e non solo per il prezzo): di questi tempi si vedono ai piedi di tutti, gente di qualsiasi età ed estrazione sociale, . Le plimsolls stanno mettendo d'accordo la moda di strada.

Da fenomeno modaiolo globale, le plimsolls sono poi passate al livello successivo: ossessione D.I.Y. [Per D.I.Y. si intende Do It Yourself (letteralmente "fattelo da solo"), significato: Fai Da Te.]

Qualche mese fa LazyOaf, compagnia londinese famosa per magliette e pins ha lanciato Pimp my Pumps: ha chiesto ad alcuni artisti, designers e amici di decorare un paio di plimsolls per una mostra, il cui titolo è liberamente ispirato al programma di MTV (pumps è solo un altro modo per chiamare le plimsolls).

Dopo aver presentato le scarpe a Londra con molto successo, la mostra si è fatta un giro per l'Europa, da Parigi (dove pare le scarpe si siano perse per la città per qualche giorno) a Brighton, fino ad approdare sul sito, in vendita (è anche disponibile un D.I.Y. kit, che include scarpe e pennarelli).
Le mie preferite:



[Hi Calorie, Christina Forman, Zoe Larkins]

Nel frattempo, Morgan Hungerford di Brightest young Things ha pubblicato su N.E.E.T. un interessante tutorial per delle plimsolls-saddle shoes anni '50:



Ed eccole per strada, queste plimsolls Fai-da-te (scusate le foto del cellulare, altrettanto fai-da-te):


Infine, sfogliando distrattamente Vogue di qualche tempo fa, ecco cos'ho trovato:



E ho deciso che è arrivata l'ora di unirmi alla mania D.I.Y.: sono corsa a Cheshire Street a comprarmi un paio di plimsolls, poi al negozietto di belle arti della mia università per degli acrilici, e, appena troverò del tempo da dedicare al bricolage, possiederò anch'io delle scarpe personalizzate, per lo più vagamente ispirate a Comme des Garçons, e ad una frazione del prezzo!

Tuesday, March 04, 2008

CAMBIO PROSPETTIVA

Da piccola, odiavo i colletti. Non c'era niente che indossassi meno volentieri. Sfortunatamente per me, mia madre amava i colletti, quindi mi abbigliava sempre con certe camicie che avrebbero fatto impallidire anche un lord inglese.

Crescendo ho (come spesso capita) cambiato la mia estetica, ed ora i colletti non mi dispiacciono più tanto.

Non avrei mai pensato però di arrivare al punto di poter essere attratta da un colletto e basta. E invece:



Sebbene nel contesto della sfilata non mi abbia colpita particolarmente, questo colletto da solo offre un'allettante possibilità: sdrammatizzato da semplici T-shirts, indossato con jeans e scarpe da tennis assume un significato tutto nuovo.

La bambina che è in me si prende la rivincita.

Saturday, March 01, 2008

PILLOLE DI MODA SU N.E.E.T.!

Non sono sparita, anche se dalla frequenza e sostanza dei post di questo blog sembrerebbe il contrario...

Sono impegnatissima sul fronte universitario (anche se, essendo in dirittura d'arrivo, non posso proprio lamentarmi), e fra le altre cose ho appena collaborato con una delle mie riviste on-line preferite.

Avevo parlato di N.E.E.T. oltre un anno fa, oggi è uscito il nuovo numero, con una mia intervista a cinque blogger provenienti da tutta Europa (di cui, inutile dirlo, vado molto fiera!).



Leggete il resto (del pezzo e della rivista) qui!