Monday, April 21, 2008

UN DIFFICILE RITORNO...

Pillole Di Moda ha fatto ritorno a Londra, ma il jet-lag e i mille impegni universitari lasciati in sospeso dalla partenza rendono la vita alquanto difficile.

Quindi rimando il resoconto di qualche giorno, e dico solo che è stato un viaggio denso di sorprese e risvolti inspettati, a cui appunto dedicherò un paio di post come si deve non appena passa il coma da fuso orario e l'università mi da un attimo di tregua.

Ovviamente spiegherò per filo e per segno come mai ho avuto la fortuna di andare in viaggio, cos'ho fatto, cos'ho visto, ogni cosa a suo tempo.

Solo qualche giorno di pazienza!

Saturday, April 12, 2008

PILLOLE DI MODA VA IN TRASFERTA...

Da domani Pillole Di Moda sarà in trasferta a New York, ufficialmente per "lavoro" (leggi: università), ma soprattutto per fare una scorpacciata di boutiques, gallerie d'arte, grandi magazzini, etc.

Fra una settimana il resoconto!

Thursday, April 10, 2008

SE QUALCUNO SI FOSSE MAI CHIESTO...

...com'è andato a finire il mio progettino D.I.Y.:



[prego notare che (1)manca una seconda mano di colore, e che (2)è la prima volta nella mia vita che faccio del bricolage]

La massima soddisfazione è stata stamattina, quando sono entrata all'università, e un professore mi ha guardato i piedi sbalordito e mi ha detto: "non ci credo! Hai preso le scarpe di Comme!" E io, gonfia di orgoglio e nonchalance: "no, queste sono D.I.Y., ma mi fa piacere che abbia colto la citazione."

LE AVVENTURE DI PILLOLE DI MODA: INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO

Qualche giorno fa, con mia grande sorpresa, ho trovato nella casella della posta un invito alla presentazione della nuova collezione della stilista Allegra Hicks. Nonostante i mille impegni di questi giorni, ho deciso di farci un salto (nella speranza di una goodie bag e di un rinfresco).

Ore undici, ristorante L'Aubaine nei pressi di Regent street, saletta al piano interrato. Il bar ha luci soffuse e due miseri stand con gli abiti appesi (lo dico subito: la collezione non mi è piaciuta, se non un abito che sull'appendino era bellissimo e sulla modella orribile, quindi non sprecherò fiato a proposito), niente goodie bag, niente rinfresco.

La PR di turno stava spiegando i dettagli della collezione ad una fashion editor (vedi foto). Ed io ho una pessima memoria visiva per quanto riguarda le persone famose, non le riconosco mai. Quindi puntualmente, sapevo che quella fashion editor fosse qualcuno, ma non sapevo bene chi. Accantonando il problema riconoscimento celebrità, mi dedico ai vestiti, la sconosciuta redattrice se ne va, io mi ritrovo al centro dell'attenzione della PR (che fa una faccia un po' confusa quando le dico "per chi lavoro").

Sto per andarmene, la PR mi chiede gentilmente di firmare il guestbook. Mi accingo a firmare, do un'occhiata alla firma sopra la mia: Alexandra Shulman, Vogue: ero nella stessa stanza con la direttrice del mio Vogue preferito sulla faccia della terra, e ovviamente non me ne sono accorta (mentre avrei potuto ingaggiarmi in qualche interessante conversazione su fronzoli e simili, o chiederle un lavoro implorandola in ginocchio).

Mi prendo a "mazzate in testa".

Monday, April 07, 2008

UNA LUNGA DISCUSSIONE DI PANTALONI...

Guardando indietro negli anni, mi rendo conto di essere sempre stata piuttosto aperta alle più svariate sperimentazioni in fatto di vestiti. Non ho mai avuto paura, nei limiti delle possibilità, di provare cose nuove, trattasi di forme, colori, tessuti e quant'altro (tranne forse i tacchi, che non ho MAI portato, ma questo è un fatto legato alla mia altezza e al mio non sentirmi al 100% a mio agio in questo senso).

Mi sono però accorta che c'è una cosa in cui negli ultimi tempi sono sempre andata sul sicuro, senza permettermi sperimentazioni o variazioni: i pantaloni.

Da qualche anno infatti nel mio armadio si può trovare una successione dei cosiddetti skinny, jeans che vanno dalla classica forma a sigaretta a quelle più striminzite tipo seconda pelle.

Mi rendo perfettamente conto che questa mia monotonia in materia jeans è probabilmente dovuta al fatto che le forme più strette mi stanno un po' meglio, sono più pratiche (odio i pantaloni larghi/lunghi che vanno sotto le scarpe o che si bagnano con a pioggia, un incubo), e una volta che ho trovato il mio modello più pratico gli sono semplicemente rimasta fedele. Poi, a mia discolpa, dirò che da quando mi sono trasferita in una delle città più costose del mondo mi sono naturalmente regolata verso un guardaroba più minimale, quindi lo spazio per la sperimentazione fatta come si deve è rimasto poco.

Ma in questi giorni ci sono due modelli a cui, ho notato, non riesco a fare a meno di pensare a due tipi di pantaloni che mi sembra di vedere ovunque: jeans a campana e pantaloni sartoriali.

I primi sono in realtà un ricordo della mia gioventù: verso i quindici anni non indossavo altro. Ma mentre al liceo il mio guardaroba era tutto felpe e All Stars, i jeans a campana di questi tempi sembrano molto più allettanti, come visto sul sito di Garance Dorè:



Questa versione è di certo più matura di quella che indossavo io: i jeans sono gli stessi, solo che qui una maglietta essenziale e una giacca dal taglio impeccabile ma legermente striminzita rendono il tutto molto più naturale e sofisticato. Ovviamente io ci abbinerei le immancabili ballerine, ma a pensarci bene un paio di All Stars bianche starebbero bene qui come stavano bene allora.

Ai tempi del liceo, qualche anno dopo i pantaloni a campana, mi sono spostata verso i jeans da uomo. Letteralmente: rubavo i jeans dall'armadio di mio padre (oltre a fare shopping nei reparti da uomo dei negozi).

Questa foto trovata su StyleSightings mi ha fatto ricordare quel periodo: jeans lunghi e larghi, un po' rappezzati e rattoppati, abbinati a scarpe da ginnastica ma con un sopra più femminile o sperimentale. Guardandola, mi viene voglia di tirare fuori tutti quei jeans, e indossarli come qui, sdrammatizzandone la natura maschile ma mantenendoli casual da tutti i giorni.

Insomma: quando parliamo di jeans, una valida alternativa allo skinny c'è.





Per restare in tema maschile, l'altro pantalone che non vedo l'ora di provare è sartoriale, di taglio maschile ma con pieghe strategiche che lo rendono ampio e quasi a sbuffo. Una versione ironica e divertente di un classico.



[Garance Dorè, The Sartorialist, Garance Dorè x 2]

Ed è sorprendente quanto un pantalone del genere sia versatile: sembra fatto apposta per tutte le stagioni, tutti gli stili, tutti gli eventi. Dalle camicie maschili ai maglioncini colorati, dalle scarpe sportive alle decolletè, pare che non ci siano limiti agli abbinamenti. Per non parlare del fatto che con un modello del genere le variazioni sul tema sono pressochè infinite: lunghezza, larghezza, colore e tessuto possono essere modificati e abbinati a piacere, e il risultato è sempre buono.

Sebbene i miei preferiti siano quelli beige e a lunghezza polpaccio, non ho potuto fare a meno di innamorarmi di questi due:

Rispettivamente Piksi e Style Bites, il modello è semplice e classico, di taglio non eccessivo e lunghezza perfetta.

Mi sembra ottimo per iniziare la mia nuova vita da sperimentatrice di pantaloni.

Thursday, April 03, 2008

NOTIZIONA

Notizia dell'ultim'ora: la prossima collaborazione di H&M sarà con il marchio giapponese Comme des Garçons. La linea include collezioni donna, uomo, bambino, accessori e profumo.

Non sono una fan delle collaborazioni, che mi hano sempre delusa, ma non vedo come questa possa non essere fantastica. Penso a questo:



in una versione più portabile a prezzi da H&M, e riesco a malapena a contenere l'eccitazione.

La notizia, potete immaginare, è uno shock incredibile (in positivo), dirò solo non vedo l'ora.

Wednesday, April 02, 2008

DA SEX AND THE CITY A LAZYOAF: COME TI CAMBIO LA COLLANA

Chi ai tempi ha un po' seguito il telefilm Sex and the City, di certo si ricorda il famosissimo (e molto importante ai fini della storia) ciondolo di Carrie, una collana d'oro con il suo nome in corsivo, comprata in un mercatino con Miranda, Samantha e Charlotte.



Fra tutti gli accessori e abiti indossati da Sarah Jessica Parker nel telefilm, si può dire che il ciondolo di Carrie sia stato uno dei più popolari: copiato e stracopiato sia nella sua versione d'oro (vero o finto che sia), sia in versioni rivedute e corrette. Una delle più famose, quella di Tatty Devine, in acrilico dai colori fluo.

L'altro giorno mi è saltata agli occhi una nuova versione del ciondolo, la più azzardata e particolare di tutte fin ora:



(questo il ciondolo personale di una ragazza postato nella community dedicata alla moda giovane, The High Street)

Il nome fatto a maglia unisce il classico del ciondolo alla Sex and the City con il moderno di Tatty Devine, in una versione leziosa e giovane ideata da Lazy Oaf. Il ciondolo del piccolo marchio londinese è enorme in confronto ai suoi predecessori, e promette di non passare inosservato.

Un bel modo per ravvivare i look più basic

ECCO COME LA MEMORIA INGANNA

Qualche post fa avevo accennato ad un outfit visto su un vecchio Teen Vogue.

Io ricordavo un abito lungo zebrato, con giacca jeans misura bambino e pochette argento. Oggi, in un attimo di nullafacenza ho addocchiato una pila di Teen Vogue e mi è venuta una voglia matta di cercare quella foto. A quanto pare è il mio giorno fortunato, dato che ho trovato la foto dopo aver sfogliato giusto un paio di numeri. Eccola qua: Victoria Traina con un abito della stilista Christina Hattler.

Strana la memoria: io ricordavo un abito zebrato, mentre questo è a righe. Ricordavo inoltre una pochette argento, che qui non c'è.

Resta il fatto che trovo questo insieme incredibilmente fresco, nuovo e attuale (anche se è del 2006). L'abito mi ricorda Donna Karan, e lo trovo perfetto qui con la classica giacca jeans anni novanta. Ovviamente aggiungerei la pochette argento, ed ecco un outfit da portare tutta l'estate.

Tuesday, April 01, 2008

I SOGNI D'INFANZIA DIVENTANO REALTA'

Un lettore attento di certo saprà della mia nostalgica passione per tutto ciò che mi ricorda la mia infanzia.

E uno dei ricordi più vividi che ho è quando il sabato mattina puntualmente guardavo JEM alla TV. Avevo tre anni, e non ricordo altro di quell'età, solo Jem. Per me era il massimo, anche se il mio sogno d'infanzia è stato rotto quando, qualche tempo fa, ho riguardato un episodio e ne sono rimasta molto, ma molto delusa. Tanto da chiedermi: ma come faceva a piacermi? Il mondo della cantante nei miei ricordi era molto più intricato, da un punto di vista visivo, mi ricordo succulenti dettagli, colori, accessori che, a ben guardare, non esistevano. Una vera delusione.

Per fortuna però c'è qualcuno che di sicuro avuto le mie stesse fantasie sulla cantante giapponese dai capelli rosa, ed ecco infatti apparire uno splendido servizio fotografico su Vogue Paris. Ammetto che è un po' tardi, in quanto il numero è di marzo ma mi è appena pervenuto, ma ci tengo comunque a condividere la mia gioia:



Faccia che mi spaventa a parte, questo servizio ha brillantemente incorporato lo stile Jem, e per una volta è fedele alla mia memoria, con colori vivaci, tanto rosa brillante e le immancabili stelle.

A proposito di stelle, continuo a compilare la mia lista dei desideri per la stagione:



[Dalla sfilata primavera/estate di Yves Saint Laurent]