Se fino alla scorsa stagione Mark Fast era un nome che parlava di knitwear innovativo alle fashioniste espertissime ma diceva ben poco al resto del mondo, l'ultima sfilata di sicuro ha messo il suo nome (e il marchio) al centro di un dibattito prticolarmente acceso. Quello sulla forma fisica, sull'eterna lotta contro l'industria della moda e le sue modelle anoressiche, che vede Ralph Lauren ritoccare una bellissima ragazza e poi licenziarla perchè non abbastanza magra e Karl Lagerfeld offensivo nei confronti di tutte le donne (o per lo meno quelle sopra la taglia 38), alla faccia della filosofia democratica della capostipite del marchio per cui disegna.
Tre ragazze plus-size, ovvero probabilmente taglia 44, tre stupende ragazze in un casting di bellezze eteree che complementano alla perfezione i capi come nuvole del giovanissimo canadese. Tre ragazze che hanno fatto imbarzzare gran parte del pubblico alla sfilata, e licenziare una stylist, che mai avrebbe voluto vedere il suo nome davanti a un tale scempio. Dimostrando però che i suoi abiti sexy finora visti solo addosso a modelle filiformi possono funzionare anche su ragazze normali (certo, non con l'underwear vista in passerella: non hanno trovato mutande della taglia giusta?), e che forse sono i nostri occhi poco allenati il problema.
L'intera collezione è stupenda, la palette resta sui toni neutri e sono le inaspettate sovrapposizioni e i motivi in rilievo a creare movimento. Come ragnatele all'apparenza fragilissime (ma è questo il bello dei pezzi di Fast: dal vivo sono incredibilmente resistenti, quasi difficili da indossare per la forza della maglia elastica) i pezzi giocano con simmetrie e trasparenze, ma il risultato non è un sexy fine a sè stesso, e la scelta delle modelle sottolinea la ricerca di bellezza pura, di un look semplice nella sua ricercatezza di forme e decorazioni.
Sarà la presenza di ragazze "normali," ma tutto sembra portabile, desiderabile, mai esagerato. In particolare gli ultimi tre look qui sopra: whishlist!
Tuesday, October 20, 2009
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6 comments:
Ciao! Ti ho nominata come Kreative Blogger! Passa dal mio blog a vedere di cosa si tratta!
Buona giornata!
L'abito con le catene nere è anche nella mia lista dei desideri...
inanzitutto karl lagerfeld nn era stato offensivo, ha solo detto che la moda DEVE far sognare e non credo che nessuna donna/uomo sogni di essere cicciona/ne, in secondo luogo i vestiti su queste "modelle" non stanno affatto bene perche sembrano dei salami e quindi di riflesso rovinano l'effetto che creano gli abiti
che paura le donne vere......rischiano di creare una crepa nel mondo finto e perfetto che ci costruiamo,che fa intravedere la realtà...se non possiamo far diventare donne i manichini,facciamo diventare manichini le donne....
questo mondo FINTO E PERFETTO si chiama sogno e se non volete sognare, fatti vostri, ma almeno rendetevi conto dell'ipocrisia di cui vi circondate...
stefano
Anonimo 2, credo che il commento di Falena Notturna celasse dell'ironia..ovvio che nè lei nè io preferiamo un mondo finto, e grazie a dio ci sono stilisti come Mark Fast o riviste come la tedesca Brigitte che ci "mettono a disagio" con donne vere, facendoci rendere conto dell'incredibile e surreale magrezza delle altre modelle..
Anonimo 1, secondo me non sembrano dei salami, hanno solo sbagliato mutande! Senza quei segni in vita i vestiti starebbero ancora meglio..
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