Io, alle famigerate
it bags, non ci ho mai creduto. Ammetto che all'età di sedici anni mi ero quasi fatta incantare dalle varie
Balenciaga viste
al braccio delle mie coetanee Olsen, ma ho presto colto la natura effimera del prodotto e non ci ho pensato più.
Negli anni ne ho viste talmente tante poi, che quel briciolo di curiosità e desiderio che mi era rimasto è svanito. Le varie Chloè (
Paddington), YSL (
Muse), Marc Jacobs (
Stam) buone per una stagione e poi finite nel dimenticatoio della moda non hanno sortito su di me nessun effetto. Ma a dire il vero non ho nemmeno subito il fascino delle intramontabili Hermès
Birkin o Chanel
2.55. Ho vent'anni, - mi ripeto - devo davvero donare la mia devozione a una borsa da quattro cifre? Le
it bags sono come squadre di calcio per noi signorine, e la tifoseria non è una questione da prendere alla leggera.
Devo ammettere però, che da qualche tempo mi sento quasi pronta al grande passo. Ebbene sì, forse - e dico forse, e lo ripeto mille volte - sono pronta a
farmi l'it bag. E' stato un cambiamento spontaneo e impercettibile, di cui mi sono accorta a malapena. Mi sono svegliata una mattina ed è stato chiaro che qualcosa era cambiato.
L'
it bag in questione - che poi, non so quanti di voi saranno d'accordo a inserire la mia scelta in una categoria così illustre, seppur affollata - è di
Akris, casa svizzera con una storia quasi centenaria e una filosofia che mi ridà la mia ormai quasi perduta fiducia nel mondo della moda artigianale.

Devo ammettere che il marchio lo sto ancora esplorando, ed è presto per decidere se meriti la mia totale fedeltà o meno, ma le premesse ci sono. "Moderno, femminile e discreto," sono gli aggettivi che usano per descriversi, sottolineando l'importanza della semplicità unita ad una qualità senza compromessi. Negli anni venti, Alice Kriemler Schoch (dalle cui iniziali nasce il nome A-KRI-S) produceva grembiuli a pois, e ci sono oggi i suoi nipoti a gestire ogni aspetto del brand, introducendo dei pois nascosti all'interno di ogni capo in onore della loro ammirabile nonna.

Sono molto, moltissimo tentata da questa borsa di cui non ho ancora capito il nome (il sito suggerisce Mocca horsehair large Ai bag, anche se non credo sia proprio il suo nome di battesimo). E' abbastanza riconoscibile nella sua forma, ma più difficilmente riconducibile al suo brand. E' una perfetta
it bag su cui scervellarsi. E mentre qui ci si scervella, mi sa che io la piazzo in cima alla lista dei desideri.