Quando pare non ci sia più niente da fare, che sia già stato provato tutto, e che oramai ci si debba solo affidare a classici senza tempo e linee minimaliste, ecco che ci pensa Marc Jacobs a cambiare le cose, a sconvolgere le carte in tavola per rendere tutto più interessante.
Se c'è qualcosa che ho imparato in queste ultime collezioni, è che si può sempre contare su Marc per una bella sorpresa stilistica. Questa collezione non è da meno. Ha preso e reinterpretato il femminile da signora che nelle ultime collezioni ci ha proposto allo sfinimento, ma lo ha ringiovanito e caricato delle influenze più disparate, dalle Geishe giapponesi agli anni quaranta, dal grunge delle sue prime collezioni ai souvenir africani.
Il risultato è una silhouette nuova - lunghezze sotto il ginocchio, fusciacche in vita, spalle e fianchi esagerati - in colori all'apparenza lugubri ma punteggiati da tocchi di lurex scintillante e stampe mescolate quasi a caso. E' una festa per la vista.
I cappellini sono stati senza dubbio i protagonisti, i più chiacchierati della collezione. Collocati a metà tra copricapi da ragazze di campagna e accessorio da gondoliere, sono stati realizzati da Stephen Jones e poi accuratamente calpestati per l'effetto schiacciato. Quel che più mi piace è la texture luccicante: mi fa venire un'improbabile gola di cappellini di paglia.
Forme, colori e tessuti sono mescolati in maniera irrazionale, per un effetto stranamente completo:
La mia parte preferita? I revers dai colori brillanti in netto contrasto con i tweed delle giacche. Tra i tanti elementi inaspettati della collezione questi sono i miei preferiti.
Una meraviglia dietro l'altra che ristabilisce la mia ammirazione per Marc Jacobs. Speriamo che il futuro non deluda.
Monday, September 22, 2008
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1 comment:
Non voglio essere blasfema, ma per me Marc Jacobs è Dio!
Lavii
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